«Città esigente, ma le annate brutte possono capitare Palacio è la chiave»
Antonio Buscè, domani si giocherà una sfida che non avrebbe mai desiderato?
«In effetti è così: sarà una partita della vita in grado di determinare l’esito di una stagione intera. Dopo 17 anni ad Empoli sento questi colori sulla pelle, ma del periodo a Bologna ho bellissimi ricordi nonostante le difficoltà vissute sul campo e fuori rischiando anche il fallimento. Vorrei che si potessero salvare entrambe ma per l’Empoli la situazione è difficile e domani non potrà davvero sbagliare».
Similitudini nel vivere il calcio tra le due città?
«Bologna è più esigente a causa del suo blasone ma anche ad Empoli negli ultimi anni sono passati grandi calciatori. Sono realtà simili con una differenza: in rossoblù arrivano spesso campioni già affermati, in Toscana siamo un trampolino di lancio».
Quanto conta la salvezza per voi?
«Ci sono passato anche da calciatore e so che tenere la categoria è vitale qui come a Bologna. Sappiamo però che può succedere anche di andare in B, ci è capitato ma abbiamo avuto la fortuna e la bravura di risalire in breve tempo. Il presidente Corsi ha la competenza per farcela ancora».
Al di là della posta in palio, è bello vedere Caputo contro Palacio.
«Rodrigo è un professionista che sta bene fisicamente e mentalmente, è nel posto giusto ed avverte la responsabilità di dover essere il primo a dare l’esempio rimboccandosi le maniche. Francesco sognava un’occasione in A, sapeva di esserci arrivato nel momento della giusta maturità ed ora sta dimostrando di valere la categoria».
Il futuro del calcio è nei settori giovanili?
«È fondamentale investire sui giovani di talento. Ad Empoli abbiamo sempre fatto un lavoro importante ma adesso è cresciuta la concorrenza perchè club come il Bologna hanno aumentato gli investimenti sui vivai».