Bologna-Empoli, la resa dei conti
AI rossoblù al Dall’Ara potrebbe bastare un punto. Mihajlovic: «Ma voglio vincere»
La gara che oggi aprirà il 34° turno del campionato di serie A è anche quella che potrebbe virtualmente chiudere i discorsi-salvezza: Bologna-Empoli è uno scontro diretto a cui guarderanno tutte le pericolanti e per una volta il tifo di tutte — dall’Udinese al Parma, fino a Sassuolo e Spal — sarà rossoblù.
Vincere per chiudere i conti, anche se non aritmeticamente e pure se probabilmente basterebbe un pareggio: è l’obiettivo di Mihajlovic.
La gara che oggi aprirà il 34° turno del campionato di serie A è anche quella che potrebbe virtualmente chiudere i discorsi-salvezza: BolognaEmpoli è uno scontro diretto a cui guarderanno tutte le pericolanti e per una volta il tifo di tutte — dall’Udinese al Parma, fino a Sassuolo e Spal — sarà rossoblù. Vincere per chiudere i conti, anche se non aritmeticamente: è l’obiettivo del Bologna di Mihajlovic, che giustamente non carica la gara di aspettative eccessive. «Da quando sono qui siamo sempre scesi in campo per vincere e quella mentalità non si cambia. Poi se a venti secondi dalla fine siamo pari e hanno palla loro ci accontentiamo».
Come a dire che c’è solo un risultato su tre, anche se la classifica potrebbe suggerire che un pari servirebbe più al Bologna. «È importante ma non decisiva — prosegue il tecnico serbo — né per noi né per loro. Noi non siamo salvi se vinciamo e loro non sono retrocessi se perdono, anche se è chiaro che le chance di salvezza di entrambe passano da una vittoria. Loro giocano molto bene e hanno elementi tecnici e veloci che da centrocampo in su ci metteranno in difficoltà: la fase difensiva sarà fondamentale».
Anche per questo Mihajlovic spera di allungare la striscia di tre clean sheet consecutivi e per farlo si affida al Bologna dei titolari, che gli ha dato certezze: «Squadra che vince non si cambia, salvo infortuni o squalifiche. Abbiamo raggiunto una maturazione personale, individuale e collettiva importante: la squadra sta bene e conta avere sempre il giusto atteggiamento». In settimana la squadra si è allenata senza intoppi — a eccezione del problema muscolare per Mattiello — e il nemico maggiore, completata una rimonta dispendiosa sul piano fisico e mentale fino al più 5, è il rilassamento.
Non a caso, dopo diverse domande sul suo futuro, Sinisa esce dalla sala stampa sottolineando che dell’Empoli si è parlato poco o nulla. Forse perché questo Bologna con lui ha abituato a non sottovalutare nessun impegno: «C’è sempre bisogno di tenerli lì — risponde il serbo — magari quando la squadra non sta attraversando un buon momento è meglio stare calmi ma quando la squadra va bene bisogna spingere ed essere più esigenti su tutto, perché i ragazzi recepiscono meglio e lavorano più volentieri. Per come sono fatto mi piace tenere sempre alta la tensione». Mihajlovic è un martello, anche quando il più sembra fatto: ecco perché nessuno ha dubbi su come sia stata affrontata questa settimana di lavoro. Del resto, questa è stata la sua ricetta per far uscire il Bologna dai guai: «Penso di aver dato coraggio ai ragazzi — spiega — la squadra gioca più spensierata. Poi è chiaro che la fortuna di aver fatto subito risultato a Milano contro l’Inter ha avuto un ruolo: quando arrivai a Catania perdemmo la prima contro il Livorno, poi vincemmo sul campo della Juventus e ci sbloccammo. Con un risultato importante la squadra prende coscienza e si libera mentalmente». Frammenti di un lavoro da psicologo oltre che da allenatore che va avanti da tre mesi e che ha portato il Bologna in acque più tranquille: anche per questo il futuro del serbo è stato uno dei temi della settimana.
Ma Mihajlovic rinvia tutto a certezze aritmetiche ottenute: «È normale che si scriva di questo, io sono sereno e se si deve spostate l’attenzione su
Incognita futuro
Io sono concentrato sull’Empoli e sul termine del campionato, poi si vedrà tutto
qualcuno meglio che lo si faccia su di me. Io sono concentrato sull’Empoli e su cosa resta da fare fino al termine del campionato, poi si vedrà tutto». Il comandante resta al timone senza distrazioni e oggi gli oltre 25.000 spettatori che riempiranno il Dall’Ara probabilmente cercheranno di convincerlo a restare con una dimostrazione d’affetto. «L’affetto nel nostro caso è legato ai risultati — risponde Mihajlovic — ma devo dire che a Bologna anche dieci anni fa pur non avendo ottenuto risultati come quelli attuali ho sentito l’affetto della gente quando sono tornato. Questo perché l’allenatore, così come il calciatore, si può discutere ma di certo non si può discutere l’uomo Mihajlovic ed è quello che piace a me: è stata la cosa più importante in tutte le piazze dove sono stato». Compresa Bologna, che spera di chiudere oggi la pratica salvezza, almeno da punto di vista concreto se non aritmetico, e di ripartire già in estate con lui: l’uomo che l’ha resa possibile.