Corriere di Bologna

La grande area finita all’asta divenuta rifugio di sbandati

Il cancello è chiuso ma la rete è tagliata. I residenti: «Entra chiunque»

- M. C. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nascosto dalle pareti antirumore della tangenzial­e, il casolare di via Zanardi 327 fino a un anno fa era un vivaio. Poi è arrivata la chiusura per fallimento. Ora è all’asta. Ma da qualche mese è diventato il punto di ritrovo dei pusher. Un viavai notato dai pochi residenti che abitano quel fazzoletto di città. Il 6 aprile sulla grande area abbandonat­a si sono accesi i riflettori: una Volante della polizia chiamata da un uomo ha salvato da stupro certo una 25enne, aggredita e trascinata nel casolare. In quel caso è stato arrestato un marocchino. È stato un suo connaziona­le a dare l’allarme al 113. Poi, a distanza di pochi giorni, l’orrore: due violenze denunciate nel giro di appena sei giorni.

«Da alcuni mesi abbiamo notato che ci sono persone che vanno e vengono da quel casolare. Poi abbiamo saputo della tentata violenza. E ora la bruttissim­a notizia che qui a pochi metri da noi si sono consumate due violenze nei confronti di due povere donne», dice uno dei residenti a qualche decina di metri dall’ex vivaio. Le donne hanno tentato di urlare, ma era difficile che venissero sentite in un posto così nascosto e isolato. Per raggiunger­lo bisogna addentrars­i tra gli alberi piantati e una fitta vegetazion­e cresciuta spontaneam­ente. Alla fine del sentiero si scorge in lontananza uno stabile.

Un rifugio sicuro per i pusher. Lo sapeva bene Yassin Massri, il 27enne libico che lì ha dato appuntamen­to alla sua prima vittima e pochi giorni dopo ha trascinato la seconda donna. Nessuno ha sentito nulla, sia la notte del 15 aprile, sia quella del 20. Lungo quel sentiero buio, entrambe le vittime, sono fuggite dal loro carnefice. Una ha chiesto aiuto ad alcuni ristorator­i nel cuore della notte, l’altra fortunatam­ente ha incontrato un ragazzo che si è fermata a soccorrerl­a. «Sono almeno cinque mesi che quel casolare viene attraversa­to da gente sconosciut­a — dice un’altra residente —. Anche perché qui in fondo non ci sono controlli. Quel vivaio è chiuso e abbandonat­o da più di un anno».

Ieri mattina, come venuta dal nulla, lungo quel sentiero

” Ara Mai avute segnalazio­ni, sono accaduti fatti gravi e bisogna che la proprietà prenda misure adeguate

è arrivata una donna con un passeggino e un bimbo piccolo. Forse arrivava da quel casolare al civico 327. Lei, straniera, si è fatta avvicinare ma ha preferito non parlare ed è andata via. A vederlo da fuori, in realtà quell’ex vivaio sembra chiuso da poco, ci sono ancora i secchi vicino ai fili delle piante. C’è una grossa catena al cancello. Ma subito dietro, a qualche metro, la rete verde è piena di buchi. Uno è stato fatto proprio la notte del 20 aprile da Yassine Massri. Tra i pochi effetti personali trovati durante la perquisizi­one dai carabinier­i della stazione Bertalia, c’erano anche le pinze con cui ha tagliato la rete. Oltre al coltello con cui ha minacciato le donne. «Non ci sono mai arrivate segnalazio­ni — spiega sconcertat­o Daniele Ara, presidente del quartiere Navile —. Prima il tentato stupro, poi due violenze consumate. Bisogna che la proprietà faccia qualcosa. Sono accaduti fatti molto gravi e quel posto così nascosto si presta ai malviventi. Speriamo che presto vengano prese misure adeguate».

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