M5S, passo indietro di Bugani
«Non ho mai avuto un potere decisionale nella regione o avrei fatto diversamente» Dopo le critiche dei big del Movimento. «Da anni chiedo una nuova struttura al vertice»
Un passo indietro da parte di chi, dopo la sconfitta del M5S in Emilia, ridimensiona il suo incarico regionale perché senza potere «decisionale». Dopo cinque giorni passati ad analizzare la sconfitta elettorale del M5S, Massimo Bugani decide di rompere il silenzio. E, a suo modo, fa sapere di essere pronto al passo indietro. «Da anni chiedo al movimento di strutturarsi per non avere questa mancanza di figure di raccordo e coordinamento nei territori».
Un passo indietro da parte di chi, dopo la sconfitta del M5S in Emilia-Romagna, ridimensiona il suo incarico regionale perché senza potere «decisionale».
Dopo cinque giorni passati ad analizzare la sconfitta elettorale del M5S anche in Emilia-Romagna, Massimo Bugani decide di rompere il silenzio. Non per esercitarsi nella classica analisi del voto, ma per rispondere alla critiche interne legate ai suoi troppi incarichi. Osservazioni arrivate non dalle retrovie del Movimento, ma direttamente dal sottosegretario alle Infrastrutture e trasporti, il modenese Michele Dell’Orco, che vuole archiviare la stagione dell’uomo solo al comando in EmiliaRomagna, auspicando entro l’estate l’istituzione di una «cabina di regia, con referenti a rotazione», senza «parecchi incarichi, ma tempo per dedicarsi» alla causa.
Anche la sindaca di Imola Manuela Sangiorgi ci ha messo del suo, chiedendo ai vertici nazionali di affidare la gestione degli enti locali «a una persona che sappia che cosa è amministrare e abbia contezza della macchina amministrativa», insomma «figure con competenze di un certo livello». Non è un caso che siano principalmente loro due a mettere nel mirino Bugani, che giusto nelle ultime settimane aveva attaccato duramente Dell’Orco per il via libera del Ministero alle Infrastrutture e trasporti al Passante di Mezzo, nonostante l’opposizione del M5S bolognese, e chiesto alla Sangiorgi di ritirare le deleghe al suo assessore alla Sicurezza per via di una vecchia condanna.
E così, subito dopo il crollo di voti anche qui in regione, sottosegretario e sindaca non hanno perso tempo a evidenziare quel che non va in EmiliaRomagna. Valutazioni che chiamano in causa Bugani che però sostiene di non aver «mai avuto alcun ruolo decisionale in Emilia-Romagna», lasciando intendere che il ruolo di referente fosse solo legato «alle scorse Politiche» e che «serviva esclusivamente per depositare le liste e fornire materiale».
C’è quantomeno della modestia in chi ha preso in mano il M5S in regione dopo gli anni delle espulsioni, diventando il collettore tra il governo, Milano (dove ha sede la Casaleggio Associati) e Bologna, facendosi apprezzare per il suo lavoro tanto da ottenere nel tempo incarichi importanti, che l’hanno portato a essere una delle persone più ascoltate da Di Maio e da Davide Casaleggio: prima socio dell’associazione Rousseau, poi referente regionale, infine vice capo segreteria del vicepremier. Ora Bugani minimizza il suo peso in Emilia-Romagna, un modo indiretto per comunicare l’intenzione di lasciare ad altri la gestione dei 5 Stelle a livello locale, anche perché «da anni — ha scritto ieri in un post su Facebook — chiedo al Movimento di strutturarsi proprio per non avere questa mancanza di figure e raccordo e coordinamento nei territori». Un ruolo che quindi secondo Bugani in realtà non è stato da lui ricoperto, perché «se avessi mai avuto anche un piccolo potere decisionale nella regione su candidature o linee politiche vi assicuro che ve ne sareste accorti», dice rivolgendosi ai 5 Stelle emiliano romagnoli. «Senza alcuna imposizione e come semplice consiglio invito a non tenere condannati in terzo grado nelle giunte del M5S», aggiunge riferendosi alla Sangiorgi. O «a non dare l’ok a tutte le opere inquinanti, costose e inutili contro cui abbiamo combattuto per 14 anni e su cui si era creata la nostra identità», prosegue alludendo questa volta al Passante di mezzo e quindi alla scelta del Mit di realizzarlo così come lo aveva pensato Regione e Comune. C’è da dire però che tutti i ruoli assunti da Bugani in questi anni sono finiti nel suo curriculum consultabile sul sito della presidenza del Consiglio. E riguardo a quello di referente regionale, gli ambiti di intervento riportati riguardano «la gestione degli eventi e dei gruppi del M5S», la «rappresentanza» ma anche il «coordinamento». Comunque sia, a tenere insieme le posizioni di Bugani, Dell’Orco e Sangiorgi è la comune intenzione di ricominciare da zero e lasciarsi la gestione passata del Movimento alle spalle, in attesa della «fondamentale organizzazione del M5S che prenderà forma nei prossimi mesi», annuncia Bugani.
Un assaggio di quel che dovrà avvenire a livello territoriale si è avuto ieri durante il primo incontro post elezioni tra Di Maio e diversi rappresentanti dei territori. Per l’EmiliaRomagna erano presenti le consigliere regionali Giulia Gibertoni e Raffaella Sensoli. Dall’incontro è emersa la necessità di dividere il più possibile l’attività parlamentare da quella del movimento, quella istituzionale da quella politica. Altra questione affrontata, il coordinatore: ogni regione dovrà averne uno e i suoi compiti saranno delineati con più precisione.