Editoriale pro-Salvini, bufera sul parroco Che poi si dimette
Il direttore Ermanno Caccia, parroco a Mortizzuolo scrive un editoriale prima del ballottaggio. Vescovo e preti si infuriano
Bufera pre ballottaggio (il primo dopo 74 anni) a Carpi. Il direttore del settimanale della Diocesi, don Ermanno Caccia, dopo un editoriale in cui ha lodato il successo elettorale di Matteo Salvini, ha scatenato l’ira di preti e vescovo. Ieri il parroco si è dimesso dal giornale. Lui: «La verità è che i cattolici hanno votato la Lega e questo infastidisce».
Il primo scossone è arrivato domenica, quando, alla fine dello scrutinio delle schede, è arrivata la risposta: Carpi, da sempre roccaforte della sinistra, andrà al ballottaggio per l’elezione del sindaco, perché Federica Boccaletti, a capo della coalizione con Fratelli d’Italia e Forza Italia, è riuscita a bloccare il sindaco uscente del Pd, Alberto Bellelli, sotto la soglia del 50%.
Il secondo terremoto in casa carpigiana è arrivato a scuotere le anime l’altro giorno, quando sul settimanale della Diocesi di Carpi, Notizie, il direttore don Ermanno Caccia, in arte Ercamo, ha firmato un editoriale che ieri l’ha portato dritto alle dimissioni e alla presa di distanza da parte del vescovo di Carpi Francesco Cavina. Anche perché il momento politico a Carpi è caldissimo. Il don, che è parroco di Mortizzuolo, frazione di Mirandola, a Modena, che conta sì e no 1.500 anime, nel suo «Perché? L’opinione» ha fatto un’analisi dei risultati delle Europee. Non nascondendo di certo le sue simpatie politiche. «La gente comune — ha scritto don Caccia — attraverso i social e le centinaia di comizi, ritiene che Salvini sia “uno di noi”. Parla semplice, schietto. E fa, o almeno ci prova, quel che dice. La coerenza. Dopo essere stata tradita da tanti, il popolo ha scelto uno fidato. Se Matteo non molla, può ancora salire».
Tuoni e fulmini. I parroci della zona hanno invocato tutti i loro santi protettori contro don Ermanno, la stampa locale ha fatto rimbalzare l’editoriale fuori da Carpi e il vescovo Cavina, che è stato indicato da molti come la mano invisibile che ha mosso la penna di don Caccia, ha preso dal parroco di Mortizzuolo, che ha origini bergamasche, distanze chilometriche. Tanto che ieri il direttore di Notizie ha rassegnato le dimissioni e sulla pagina Facebook del settimanale il cda della società editrice del giornale ha voluto mettere nero su bianco che i contenuti di quel corsivo «non rappresentano la linea editoriale del giornale, improntata ad assoluta equidistanza ed indipendenza di giudizio rispetto ad ogni vicenda politica sia locale sia nazionale. Né tanto meno interpretano il pensiero della Diocesi e del suo vescovo».
Lui, don Ermanno, dimettendosi, ieri mattina, ha invocato (sempre via Facebook) «il sacrosanto diritto di esprimere un’opinione» e ha puntato il dito contro «un fuoco nemico fatto e realizzato a modo». Poi, a dimissioni fresche, al telefono ha spiegato: «Non ho fatto nulla di straordinario, ho solo commentato il dato elettorale come hanno fatto tutti i direttori di un giornale. Il mio commento è stato frainteso e strumentalizzato, perché ho solo fatto una fotografia dell’esistente».
Don Caccia, nel suo articolo, aveva fatto un paragone che a qualcuno non è proprio piaciuto, soprattutto ai cattolici di sinistra di Carpi: «La percentuale di voti presi dalla Lega è identica a quella presa dalla Dc nel 1987: 34,3% della Lega come il 34,3% della Dc alla Camera. Questo dimostra che la Lega rappresenta ormai l’orientamento elettorale dei cosiddetti moderati ed è nei fatti anche il partito di riferimento di buona parte del mondo cattolico. Se guardiamo poi le battaglie politiche e i valori rappresentati, questi sono in larga misura sovrapponibili».
Eppure don Caccia si difende: «Non sono leghista, ma bisogna guardare alla realtà dei fatti. A Carpi si va al ballottaggio dopo 74 anni con un unico partito. E questo non va giù ai cattolici di sinistra».