«Tutti su da terra» stop al rito di piazza Verdi
Le maschere delle coop che hanno vinto il bando faranno alzare i ragazzi. Ci saranno arredi ad hoc
Estate in piazza Verdi, non c’è pace. Ieri in commissione i nuovi gestori del cartellone estivo in zona universitaria hanno annunciato: «Faremo alzare le persone da terra, ci saranno delle panchine: serve rispetto». Ed è già polemica.
Piazza Verdi, l’eterno ritorno della polemica estiva. Dopo la notizia dello slittamento del cartellone degli eventi di dieci giorni (causa Soprintendenza), ieri ne è arrivata un’altra a turbare gli animi in zona universitaria e a darla sono stati direttamente, in commissione in Comune, i gestori della «nuova» estate: «Ci saranno due angoli allestiti con tavoli e sedie in piazza — ha detto Carlo Terrosi, presidente della cooperativa Le Macchine Celibi — e a quel punto le nostre maschere potranno passare a dire ai ragazzi di non stare seduti a terra, perché ci sono dei posti disponibili e senza l’obbligo di consumazione». E se non fosse stato abbastanza chiaro: «Così come non si sta seduti in un museo, le nostre maschere — continua — avranno il diritto di dire che non si sta seduti neanche davanti al Comunale e in una piazza che è luogo di cultura. Cercheremo di dare delle regole, di buona educazione e di rispetto».
Insomma, addio al rito del tutti giù per terra che ha sempre contraddistinto l’estate in piazza Verdi. Ma ci saranno degli allestimenti nuovi, assicura i gestori dell’estate: «Gazebo in legno — spiegano — e non i container di metallo che anche secondo me, da residente,
” Lepore Non vorrei partisse l’ennesimo dibattito sul nulla, non ci sono divieti
Bazzocchi I collettivi disturbano troppo, bisogna staccargli la corrente
stonavano con gli edifici storici». La musica poi sarà in filodiffusione, per creare «un sottofondo musicale discreto e omogeneo», spiega il presidente della coop, promettendo al contempo «un
Come non ci si siede in un museo, non lo si fa davanti al Comunale: serve del rispetto
progetto culturale forte». Ovvero eventi serali, ma anche visite guidate in Accademia, al Comunale, alla biblioteca universitaria, a Palazzo Malvezzi, al conservatorio. E il giardino del Guasto diventerà «un luogo accogliente anche per mamme e bambini».
Su quel nuovissimo «tutti su da terra» ieri, soprattutto sui social, si sono scatenate polemiche e battute sarcastiche nei confronti di Palazzo d’Accursio e dei gestori dell’estate. Tanto che ieri in serata sulla questione è intervenuto sulla sua bacheca Facebook anche l’assessore alla Cultura Matteo Lepore: «Non vorrei partisse l’ennesimo dibattito sul nulla — ha scritto Lepore —. Il progetto estivo del Comune in piazza Verdi non prevede nessun divieto a sedersi per terra o robe di questo genere. Chiederei a tutti di non aprire fronti che non ha senso aprire. Grazie e buona estate a Bologna per tutti e tutte. Fine delle trasmissioni».
Ma, come si sa, sulla zona universitaria le «trasmissioni» non finiscono mai. Ieri in commissione il delegato alle iniziative culturale dell’Ateneo, Marco Antonio Bazzocchi, ha proposto una «soluzione forte», ,l’ha definita, per evitare che le feste troppo rumorose dei collettivi disturbino la quiete dei residenti: «Togliere l’energia elettrica». Una possibile soluzione, per l’Ateneo, per arginare i disagi lamentati dagli abitanti causati dal Nautilus di via San Giacomo e dallo spazio di via Filippo Re. «Trovare una soluzione — continua Bazzocchi — è difficile, ma è necessaria, perché quegli spazi a mezzanotte devono chiudere».
Intanto il più combattivo degli osti di via Petroni, il gestore del Balanzone, Massimiliano Bolelli, dopo anni di guerra con i residenti, si arrende: «Sono disposto a chiudere — ha detto ieri in commissione —, ha vinto il secondo sindaco dopo quello ufficiale, Virginio Merola, ovvero Giuseppe Sisti», animatore del comitato via Petroni e dintorni. «È una situazione dittatoriale e fascista», chiude l’oste. Silenzio da parte di Sisti in commissione. Ma il Pd lo difende: «Quella sul sindaco è una battuta infelice».