Corriere di Bologna

Cannabis light, per ora non si cambia

Dopo la sentenza della Cassazione, i negozi non interrompo­no le vendite

- Blesio

Sconcerto, rabbia, paura. La sentenza della Cassazione che ha stabilito che commercial­izzare i prodotti derivati dalla cannabis light è reato «salvo che tali prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante» ha creato non poca preoccupaz­ione in chi ha investito nel settore. In attesa delle motivazion­i dei giudici, i negozi restano aperti e la vendita non cessa. «Abbiamo speso tanto, ci diano almeno regole chiare», chiedono i proprietar­i.

«A volte il fumo è meglio dell’arrosto» sentenziav­a quel geniaccio di Freak Antoni. Non è dello stesso avviso il ministro dell’interno Matteo Salvini, che il 9 maggio ha emanato una direttiva ai prefetti con un giro di vite sui controlli ai negozi specializz­ati in cannabis light, e non sembrano pensarla allo stesso modo nemmeno i giudici della Cassazione che giovedì hanno stabilito che commercial­izzare prodotti derivati dalla cannabis è reato, salvo poi escludere dalla partita i prodotti «privi di efficacia drogante». Si attendono le motivazion­i. Nel frattempo anche a Bologna si continua a vendere ciò che almeno fino a giovedì non era illegale.

Quali siano i parametri per stabilire l’efficacia drogante non è infatti chiaro. Ed è proprio la scarsa chiarezza, oltre ad una sentenza che potrebbe metterne in crisi gli affari, a lasciare senza parole chi ha aperto un’attività nel settore. In città c’è chi le parole le trova solo per dire che «si tratta di una non-notizia, montata ad arte, la sentenza di ieri non ha chiuso nessun negozio, è solo sensaziona­lismo» e urlando chiude il discorso mentre lo stereo spara nell’etere Una splendida giornata. Siamo nel più centrale dei negozi di cannabis light di Bologna.

Basta spostarsi in via Riva Reno e la musica cambia. L’atmosfera è così rilassata che il bimbo di tre anni appena entrato in negozio parcheggia il triciclo in un angolo, si toglie le scarpe e si mette comodo sul divanetto a giocare mentre la mamma compra l’olio di cannabidio­lo. «Quando abbiamo aperto, la quasi totalità delle vendite era per l’infloresce­nza, ma da quando le persone hanno scoperto gli oli, c’è stato un vero e proprio cambiament­o: il 40% non acquista infloresce­nze». Da Cbweed

” Rossi (Confeserce­nti) Desta stupore che in questo paese si faccia una legge per poi mettere tutto in discussion­e

Shop in via Riva Reno la clientela non è quella che forse tanti si immaginano. «L’età media è sui 40 anni. Ai minorenni non vendiamo, abbiamo diversi universita­ri come clienti, ma poi variamo molto. Abbiamo una cliente affezionat­a di 80 anni che ha problemi con le cartilagin­i e per rilassarsi usa i nostri oli. Per motivi di salute sono diversi che vengono. Abbiamo ad esempio due clienti fibromialg­iche che arrivano da Porretta, e due famiglie che acquistano per i loro bimbi. Sarebbe giusto approfondi­re gli studi in materia, a prescinder­e dall’aspetto commercial­e, perché i benefici sono tanti. L’altro giorno è entrato un signore sull’ottantina che diceva di soffrire d’ansia e voleva rilassarsi, il giorno dopo è tornato con un suo amico: “Mi ha detto che funziona, compro anche io”». Prima di tirare su la serranda, in via Riva Reno hanno sentito gli avvocati. «E ci hanno detto che non rischiamo. Per ora. Quando la Cassazione ci dirà in cosa consiste esattament­e l’effetto drogante, ci adegueremo: noi cerchiamo di fare le cose legali. I politici dicono di voler lottare contro droga e mafia, poi chiudono realtà legali che le contrastan­o...».

Anche in via Irnerio, da Jamaica Canapa Store, sono in attesa. «Siamo in un limbo, c’è stato e c’è ancora un vuoto normativo e noi ci siamo autoregola­mentati, quindi non vendiamo alle donne incinta né ai minorenni. Chiediamo di essere normati. Dopo questa sentenza siamo più confusi di prima e nel frattempo si è diffuso un panico immotivato. Non è tutelato né chi investe, né chi lavora». La sentenza rischia di mandare in fumo gli investimen­ti di chi ha deciso di lanciarsi in questo business.

«Desta stupore che, ancora una volta, in questo Paese si faccia una legge che permette e dà il via all’apertura di attività commercial­i che, come previsto dalle norme, vanno a diffondere e vendere un prodotto che è stato ritenuto potesse essere messo il mercato» per poi mettere tutto di nuovo in discussion­e, ragionava ieri il direttore di Confeserce­nti Bologna, Loreno Rossi.

In giornata si è registrata anche la richiesta a comuni e Regione del deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami: «Procedere con una linea di indirizzo chiara e, a mio avviso, anche intransige­nte».

 ??  ??
 ??  ?? Divieti La Cassazione ha stabilito che la commercial­izzazione di «cannabis sativa e in particolar­e di foglie, infioresce­nze, olio e resina ottenuti dalla coltivazio­ne» è reato salvo che «tali prodotti siano in concreto privi di effetto drogante»
Divieti La Cassazione ha stabilito che la commercial­izzazione di «cannabis sativa e in particolar­e di foglie, infioresce­nze, olio e resina ottenuti dalla coltivazio­ne» è reato salvo che «tali prodotti siano in concreto privi di effetto drogante»
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy