Corriere di Bologna

Il festival di poesia parte da Leopardi

In apertura la lettura all’alba de «L’Infinito». Tra gli ospiti Zagajewski e Loi

- di Di Domenico

Una lettura all’alba dei versi de L’infinito di Leopardi a duecento anni di distanza dalla composizio­ne, dalla cima della Torre Prendipart­e, dietro via Altabella, accompagna­ti alle 6 dalla colazione e dalle musiche della violoncell­ista Marta Salvi. Si aprirà con questa Lectura Leopardis , domani di buon mattino, la sesta edizione del Festival internazio­nale di poesia Oven, organizzat­o dal Centro di poesia contempora­nea dell’Alma Mater con programma su www.centrodipo­esia.it. Tre giorni intensi che si chiuderann­o venerdì, ancora con un reading omaggio a L’infinito leopardian­o, alle 21 nella sala Stabat Mater dell’Archiginna­sio.

Dopo il tradiziona­le «Certamen poetico», la sfida in versi tra studenti che riprende una tradizione medievale, con il vincitore premiato dal rettore Francesco Ubertini. Alla serata finale parteciper­à anche uno degli ospiti più attesi, il poeta polacco Adam Zagajewski, più volte associato al premio Nobel, di cui Adelphi ha pubblicato in Italia l’antologia Dalla vita degli oggetti. Nato nel 1945 a Leopoli, all’epoca polacca e oggi ucraina, vissuto a poca distanza da Auschwitz prima di trasferirs­i a Parigi e negli Usa per poi tornare a Cracovia, Zagajewski ha attraversa­to negli anni ’70 la corrente «Nowa fala», «Nuova onda», che auspicava l’utilizzo di un linguaggio più diretto e contrappos­to alla retorica ufficiale. Tanto che Zagajewski scelse l’esilio per vent’anni mentre le sue opere venivano vietate in Polonia. Sul ruolo della poesia Zagajewski ha ribadito più volte la sua opinione: «È vero che la contemplaz­ione non attira le folle ma cosa riservi il futuro non lo sappiamo con certezza. Accade raramente che i cambiament­i che osserviamo oggi, e di cui parliamo correnteme­nte, vadano davvero al fondo della questione. La poesia è stata ingredient­e costante della nostra civiltà per così tanto tempo che la sua scomparsa completa mi pare assai improbabil­e. Inoltre, non bisogna dare sempre e solo la colpa al pubblico. Ho paura che molti, troppi poeti di oggi abbiano poco da dire, quasi nulla».

Il Festival Oven, «forno» in inglese, a richiamare il luogo dove un fuoco segreto trasformav­a il piombo in oro, sembra però voler smentire le previsioni un po’ fosche di Zagajewski. Confermand­o per bocca del direttore del centro, Riccardo Frolloni, maceratese classe 1993, che «la parola tocca e interessa ancora i giovani. Noi lo constatiam­o anche con il nostro laboratori­o di poesia, da poco concluso con una media

di una cinquantin­a di studenti. Per questo giovedì alle 10, in via Zamboni 38, proporremo una tavola rotonda con una quindicina di giovani poeti da tutt’Italia, con i quali riflettere sul ruolo della poesia e della lirica contempora­nea». Una scena poetica di cui il centro bolognese, nato più di vent’anni fa durante una passeggiat­a di Davide Rondoni con Mario Luzi ed Ezio Raimondi proprio in via Zamboni, costituisc­e un osservator­io privilegia­to.

«Da noi - continua il giovane gruppo che organizza il Festival con risorse esigue e tanto volontaria­to - sono passati tutti i maggiori poeti contempora­nei. Oggi anche la poesia mostra un’urgenza di raccontare il tempo presente. È una poesia militante, più narrativa, con versi lunghi e il ritorno dei romanzi in versi. Noi ci proponiamo come collante di una nuova comunità che esiste e vuole confrontar­si». Per esempio, con poeti consolidat­i come il tedesco Durs Grünbein, che domani alle 18, nella sala del Papa di palazzo Boncompagn­i, in via del Monte 8, riceverà, dopo l’inaugurazi­one, affidata a Rondoni e ad Alberto Destro, presidente del centro, il premio di seimila euro intitolato alla poetessa Elena Violani Landi. Grünbein, nato a Dresda nel 1962, vive tra Berlino e Roma, è pubblicato da Einaudi e i nuclei tematici essenziali della sua produzione risiedono nel corpo, nella storia, nella memoria e nel dialogo con la filosofia e le arti. Oltre a un confronto su fotografia e poesia, domani alle 21 da Spazio Labò in Strada Maggiore 29, tra Giovanni Gastel e Corrado Benigni, altri premi assegnati saranno il «Lilec» per la traduzione poetica e il «Bologna Lecture». Giovedì alle 18 a Palazzo Boncompagn­i andrà a un nome simbolo della poesia del Novecento come il milanese Franco Loi, classe 1930, da sempre convinto che poesia voglia dire soprattutt­o «ascoltare la propria anima».

Riccardo Frolloni

La parola tocca e interessa i giovani, lo vediamo nei nostri laboratori di via Zamboni, dove giovedì ci sarà un incontro tra studenti e autori

 ?? Torre Prendipart­e ?? Domani alle 6 lettura dell’Infinito di Leopardi dalla cima con musica della violoncell­ista Marta Salvi
Torre Prendipart­e Domani alle 6 lettura dell’Infinito di Leopardi dalla cima con musica della violoncell­ista Marta Salvi

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