Corriere di Bologna

Sgarbi tifa per Fabbri nella sua Ferrara E punta su Rondoni

Nella sua Ferrara, il critico appoggia la Lega

- Di Marina Amaduzzi

«Per le Regionali? La Lega deve scegliere il candidato giusto, coerente con il partito ma non sovrapponi­bile, un personaggi­o della cultura. Chi? Io non sono disponibil­e, ma vedrei bene un Pupi Avati, ma anche un Davide Rondoni». Parola di Vittorio Sgarbi che nella sua città Ferrara sostiene il leghista Alan Fabbri.

All’inizio pensò di candidare se stesso a sindaco della sua città natale, Ferrara. Era l’aprile del 2018 e il vulcanico Vittorio Sgarbi raccolse proprio il sostegno di Alan Fabbri. In realtà poi optò per una lista, Rinascimen­to-Forza Italia, entrata nella coalizione di centrodest­ra del leghista che domenica parte in vantaggio per il ballottagg­io. «Il 7 andrò sia a Ferrara che a Reggio Emilia, dove c’è più bisogno, a chiudere la campagna elettorale — spiega il critico d’arte —, il clima è cambiato. Per le Regionali? La Lega deve scegliere il candidato giusto, coerente con il partito ma non sovrapponi­bile, un personaggi­o della cultura. Chi? Io non sono disponibil­e, ma vedrei bene un Pupi Avati, ma anche un Davide Rondoni».

Sgarbi, non si aspetta sorprese domeniche?

«Fabbri aveva quasi vinto, mancavano un migliaio di voti, il risultato non sarà compromess­o dal ballottagg­io. In città c’è aria nuova e poi aveva me come garante, ho compensato il tassello mancante del suo programma, la cultura».

Si candida a fare l’assessore? «Non posso, sono sindaco (a Sutri, ndr) e deputato. Il candidato è lo scrittore Marco Gulinelli, promotore con me della lista Rinascimen­to- Forza Italia. Ferrara è la capitale del Rinascimen­to e con noi si fermano i progetti di Palazzo dei Diamanti e di Palazzo Massari. Ferrara deve recuperare la sua dimensione padana che fu inventata da Roberto Longhi a Bologna nel 1934. Fu lui a inventare la Padanìa che con Umberto Bossi diventò Padania. Ferrara riabilita così la propria origine di civiltà padana, con noi che puntiamo sulla cultura e il leghista Fabbri che ha nella bonomia e nella dolcezza umana le sue virtù più forti. Senza contare che è di famiglia antifascis­ta».

Nessun dubbio sul risultato quindi?

«Mi pare che a Ferrara ci sia una situazione ottimale. È stato un percorso di cui sono molto felice. Dall’altra parte c’è il vecchio, non solo con la deformazio­ne del Pd che ha fatto tanti errori ma anche con la proposta di un candidato che per 20 anni ha fatto l’assessore».

La Lega è il partito più votato in Emilia-Romagna. Può strappare anche il governo della Regione?

«Sarà importante il candidato che presentano. Conosco Bonaccini ed è stato talmente intelligen­te da aver sposato la teoria dell’autonomia che insieme alla sicurezza è il tema chiave della Lega. Il candidato leghista deve fare un’operazione analoga, sposare un tema caro alla sinistra».

Ha qualche consiglio?

«Il futuro è fortificar­e il lato della cultura. Farò una lista, li aiuterò. Devono trovare un personaggi­o coerente con la Lega ma non sovrapponi­bile e con una forte apertura sulla cultura, un elemento che va integrato nella Padania di Bossi così che torni a essere la Padanìa di Longhi. Grandissim­i registi, scrittori, artisti sono nati qui».

Nomi?

«Uno come Pupi Avati o come il poeta Davide Rondoni ma non so se siano disponibil­i. Anche la sinistra si è dimenticat­a della cultura».

” In città c’è aria nuova Ho compensato io il tassello mancante, la cultura

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