Ma in un anno di governo ha fatto poco per la Regione
Più liti che aiuti nel primo anno di esecutivo gialloverde. Guerra di dati anche sulla sicurezza
Matteo Salvini torna a mettere piede nella terra che fu rossa e che dalle scorse Europee si è tinta di verde, il colore del suo partito. Un buon punto di partenza per chi vorrebbe conquistarla definitivamente in vista delle future elezioni Regionali.
Lo fa a cinque giorni dal ballottaggio ma pure ad un anno di vita del governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte, che con l’Emilia-Romagna ha avuto un rapporto fino ad ora decisamente altalenante.
I dolori maggiori sono arrivati dal capitolo infrastrutture, e principalmente dalle decisioni prese sul Passante di mezzo per quanto riguarda Bologna e sulla Bretella Campogalliano-Sassuolo. Scelte (e non scelte) che hanno irritato prima gli enti locali per via dei ritardi (i quali in realtà tuttora persistono, visto che della Conferenza dei servizi riguardo all’opera bolognese non vi è ancora traccia), e poi le due forze politiche governative (la Lega ne esce sconfitta perché era per il Passante a Sud, ma pure i Cinque Stelle locali in quanto contrari a entrambe le opere).
Passando alla gestione delle crisi aziendali la situazione non migliora, anche se si tratta di una materia che riguarda principalmente il Ministero dello Sviluppo economico e quindi il ministro e leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. Ne sanno qualcosa i sindacati metalmeccanici rimasti scottati dalla vicenda dell’ex Bredamenarini (i lavoratori in cassa integrazione sono ancora in attesa di un svolta definitiva, incassato l’ingresso di Invitalia), e come se non bastasse nei giorni scorsi è arrivato anche il fallimento dell’ex Mercatone Uno (qui in regione sono coinvolti 450 lavoratori impiegati in dieci punti vendita, a cui si aggiungono la sede della logistica a San Giorgio di Piano e la centrale di Imola).
Rispetto al tema sicurezza è invece guerra di cifre tra sindaci e Viminale. C’è chi come Bologna è ancora in attesa di rinforzi tra le forze dell’ordine, mentre secondo il bilancio
In compenso, Bonaccini ha lavorato a stretto contatto con la ministra Stefani
del ministero dell’Interno i reati in Emilia-Romagna sono calati dell’8,2% rispetto ai primi tre mesi dell’anno scorso (-20,4% a Forlì-Cesena, -12,8% Bologna e -11,9% a Rimini, al contrario di Modena dove si è registrato un aumento del 5,6%).
C’è un tema sul quale c’è stato invece un intenso e fino a ora produttivo dialogo soprattutto tra la Regione e il governo sponda Lega, ed è quello dell’autonomia. L’asse tra il governatore Stefano Bonaccini e la ministra per gli Affari regionali, la leghista Erika Stefani, è assai solido. E infatti a mettere i bastoni tra le ruote sono stati soprattutto i 5 Stelle e lo hanno fatto con tenacia, quantomeno fino al voto di domenica scorsa, che per Di Maio si è rilevato però assai deludente anche in questa regione.