Condannato a otto mesi il writer con la droga Multa e niente sospensione
Otto mesi di reclusione senza sospensione condizionale della pena e 3mila euro di multa: una condanna severa per il 25enne Andrea Corvino, studente dell’Accademia di Belle Arti finito nell’inchiesta per danneggiamento aggravato che la Procura ha aperto contro cinque writer accusati di aver imbrattato vagoni di Trenitalia, Italo e Tper.
Il giovane, difeso dall’avvocato Carlo Alberto Zaina, ieri è comparso in Tribunale per difendersi dall’accusa di spaccio. La mattina dell’11 maggio, infatti, gli agenti della Polfer si sono presentati a casa sua e nelle abitazioni degli altri quattro indagati, con un decreto di perquisizione firmato dal pm Nicola Scalabrini, alla ricerca di materiale utile alla realizzazione di graffiti e tag. Ma oltre a questi, hanno trovato in tutto quasi due chili di hascisc e marjuana. Corvino aveva in casa circa 130 grammi oltre a 4.800 euro in contanti. Tutto finito sotto chiave, mentre lui è stato arrestato e portato in Tribunale il giorno dopo la per direttissima.
Ieri si è concluso il procedimento per l’accusa di spaccio. «Non è uno spacciatore, è uno studente e fa l’artista, lo stupefacente era per uso personale, si mantiene grazie ai suoi disegni», ha detto il suo avvocato in aula. La Procura aveva chiesto quattro mesi di detenzione e 600 euro di multa, ma il giudice Renato Poschi lo ha condannato al doppio della pena richiesta, escludendo la sospensione condizionale della pena. Un pugno duro volto evidentemente a dare un segnale. Corvino, giovane ma molto noto nell’ambiente della street art bolognese, ha al suo attivo parecchi lavori anche su commissione, fa parte del collettivo di artisti Rialto 18. Il suo legale ha dichiarato che i contanti sono frutto dei suoi lavori e non di attività di spaccio. Il giudice ha comunque disposto la confisca sia dello stupefacente che delle somme sequestrate.
I processi per gli altri tre si terranno nelle prossime settimane, mentre l’inchiesta sui graffiti non è ancora chiusa. La Polfer, dopo aver sequestrato centinaia di foto di murales e carrozze imbrattate, sta facendo ora un complesso lavoro per ricondurre i graffiti contestati alle firme dei singoli indagati, cosa non semplice in assenza di altri riscontri.