Talento d’Oriente
Alla scoperta del neo acquisto Tomiyasu, tra le sorprese più felici di inizio stagione Zaccheroni: «Giocatore completo, un affare»
C’è un ideale filo rossoblù che da qualche settimana unisce l’infinita distanza - 9.370 chilometri - che separa Bologna da Fukuoka: la città natale di Takehiro Tomiyasu, che lo ha visto crescere prima come ragazzo e poi come calciatore con la squadra locale Avispa Fukuoka, e quella che da alcune settimane ha letteralmente adottato il ragazzo giapponese, rivelazione di questo inizio di stagione.
Volergli bene non è stato difficile, con quel curioso karaoke con balletto improvvisato nella malga sopra Castelrotto come rito di iniziazione per l’arrivo nel gruppo rossoblù (e diventato ben presto virale grazie a Dijks), poi Tomiyasu ha fatto parlare il campo ed è stato ancora meglio: un amore sbocciato immediatamente, tra avversari fermati – non ha ancora subito un dribbling – e buone discese offensive, con il titolo di mvp conquistato sia contro il Verona sia contro la Spal nel giudizio dei tifosi ma anche per i parametri statistici del sito Whoscored.com, che lo ha inserito nella top11 di entrambe le giornate. Al di là del campo, la vita del ventenne Tomiyasu è stata al centro di un cambiamento radicale per la seconda volta nel giro di un anno e mezzo: a gennaio 2018 era passato dalla sua Fukuoka, città da un milione e mezzo di abitanti nota per i suoi templi antichi, a Sint-Truiden, paese da 40.000 anime in mezzo alle Fiandre, e ora c’è Bologna. Realtà diversissime tra loro, ma Takehiro di problemi di ambientamento non ne ha neanche mezzo: alle prime visite mediche era arrivato qui con la famiglia – il padre e la sorella minore – poi si è confrontato in patria con loro sulla decisione finale e Bologna è diventata casa sua.
Qui con lui ci sono ancora un paio di persone del suo entourage per facilitarne l’ambientamento, ma Tomi si sente già a casa: sta ancora cercando l’appartamento giusto dove vivere, possibilmente nel centro storico che ama frequentare, soprattutto di sera nel tempo libero. Il suo buen retiro, fin dalla prima serata in città per i test medici, è la trattoria Da Giampi e Ciccio in via Farini, a pochi passi dalla basilica di Santo Stefano: ci va spesso a cena e lì, grazie alla presenza dell’ospite asiatico, si è finiti quasi per sperimentare una sorta di fusion nipponico-bolognese dedicato al difensore. «Della cucina bolognese mi piacciono molto i risotti», aveva detto alla sua presentazione: agli inizi era andato sul sicuro chiedendo del riso e i proprietari del locale hanno cominciato a portarlo nel mondo del cibo locale proponendogli varianti come il risotto al friggione o al ragù. «È ancora fedele al riso, ma prima o poi cambia: si comincia a fidare», racconta divertito Giampiero Scagliarini, proprietario della trattoria insieme a Franco Cremesani: presto toccherà a tortellini e tagliatelle che dominano il menu del locale.
Intanto, il difensore giapponese va a lezione di italiano e cerca di migliorare la sua comunicazione con i compagni, tra cui Denswil (che va a scuola con lui), Dijks, Danilo e Bani, suoi compagni di stanza in un Bologna che spesso organizza le camere nei ritiri divise per reparto. Tomi tornerà in città dall’Asia nel pomeriggio di mercoledì – dopo il 2-0 al Paraguay, in cui ha giocato metà partita da centrale di destra e l’altra metà da terzino destro nella difesa a quattro, il Giappone gioca domani a mezzogiorno in Birmania – e intanto si gode i complimenti del connazionale ex Milan Keisuke Honda al sito Tuttomercatoweb: «Ha avuto un ottimo inizio, è una grande notizia per lui e per tutto il calcio giapponese. Spero faccia molto bene al Bologna». In Giappone tifano per lui, a Bologna lo amano già tutti: benvenuti nel mondo felice di Tomi-san.