L’«Urlo», il cortometraggio che visse due volte Il futuro distopico e orwelliano in un remake
L’anteprima
Era il 1965 quando tre giovani cineasti, Camillo Bazzoni, Vittorio Storaro e Francesco Barilli, reduci dal set di Prima della rivoluzione di Bernardo Bertolucci, scrissero un soggetto di fantascienza, ambientato in un futuro distopico orwelliano. Con un micro budget girarono un piccolo film tra Parma, Roma e Salsomaggiore Terme, senza immaginare che sarebbe divenuto un film di culto. Nel 1966 L’Urlo debuttò al Festival di Cannes facendo scoprire al pubblico le capacità visiva di Storaro. Mezzo secolo dopo, uno degli autori dell’opera originale e protagonista del corto, Francesco Barilli, ha deciso di fare un remake aggiornato alla nostra tecnologia. Il nuovo corto L’Urlo,
scritto e diretto da Barilli e con il suo antico ruolo affidato a Luca Magri, sarà presentato in anteprima nazionale questa sera alle ore 21.15 al cinema Astra di Parma, alla presenza del cast. A seguire la proiezione del corto originale di Bazzoni. Le riprese si sono svolte, come nel 1966, tra Parma e provincia, ma usando quella parte architettonica della città più futuristica e al contempo meno conosciuta. Barilli, classe 1942, nel tempo ha affiancato l’attività della pittura a quella cinematografica. Anche perché appartenente a una famiglia parmigiana di intellettuali e artisti. «I Bertolucci e i Barilli ha ricordato - erano le due famiglie artistiche della città». (p. d. d.)