In arrivo sei autovelox sulla Futa
La città metropolitana fa richiesta alla Prefettura dopo gli incidenti sulla provinciale
Dopo l’ultima estate nera in cui sono morti tre motociclisti (in tutto il 2018 c’era stata una sola vittima, e tra il 2010 e il 2018 i decessi erano stati sei) sulla strada provinciale 65 della Futa potrebbero essere installati a breve sei autovelox fissi. Nella relazione che verrà presentata alla Prefettura, saranno indicati «i sei tratti dei 28,375 complessivi in cui si potrebbero installare gli apparecchi», individuati dai tecnici e dalla polizia locale della Città metropolitana.
Una strada funestata da incidenti e lutti, la Futa, con tre motociclisti morti solo quest’estate. Dopo una stagione così nera, non arriva a sorpresa la proposta di installarvi sei autovelox fissi illustrata ieri dal consigliere con delega alla Mobilità Marco Monesi e da Ursula Montanari del Settore Viabilità.
Nel corso dell’udienza conoscitiva richiesta dalla consigliera di Uniti per l’alternativa Marta Evangelisti, Monesi in commissione in Città metropolitana a Bologna ha annunciato che «oggi abbiamo
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scritto alla Prefettura per chiedere un incontro in cui poter esporre la situazione, in modo da ottenere l’autorizzazione per installare i sei velox, che poi saranno integrati con quelli mobili». Non solo: al prefetto si chiedono anche interventi di sorveglianza: ossia che polizia e carabinieri siano utilizzati, coordinandosi con le polizie locali, per svolgere i controlli su quella strada, in modo da poter incidere maggiormente». Proprio il tema dei controlli diventa cruciale nel discorso e nella proposta di Monesi, oltre che per i sindaci dei comuni interessati, quindi Monghidoro, Loiano e Pianoro, comitati e associazioni che da tempo segnalano pericoli e problemi della via.
«Non sempre è la strada il “killer” — fa presente il consigliere — ma spesso sono i comportamenti scorretti da parte di autisti, motociclisti e ciclisti a causare gli incidenti». Come ricorda il Ministero dei Trasporti nella campagna di comunicazione sulla #sicurezzastradale, spesso «non è un incidente, è una scelta».
Mauro Sorbi, presidente dell’Osservatorio regionale sulla sicurezza stradale Mauro Sorbi ha rimarcato l’aumento degli incidenti mortali lungo la strada della Futa, che «sono stati zero tra il 2015 e il 2017, uno l’anno scorso e già tre quest’anno» e ricordato «le lamentele dei residenti per il rumore delle moto, che fa tremare i vetri delle finestre». Secondo Sorbi, sarebbe necessario «un monitoraggio completo della velocità che viene tenuta lungo tutta la strada, che costerebbe poco e potrebbe iniziare già domani», e successivamente «lasciare che le forze dell’ordine locali facciano le loro valutazioni, in modo da decidere quali soluzioni adottare tra velox fissi, velox mobili e strumenti per misurare il rumore».
L’incontro ha lasciato soddisfatti i sindaci dei tre comuni, in particolare Barbara Panzacchi, prima cittadina di Monghidoro. «È emersa un’unità di intenti fra tutte le istituzioni coinvolte — ha notato la presidente dell’Unione dei Comuni SavenaIdice — e questo porterà sicuramente a risultati che non saranno risolutivi ma almeno serviranno a migliorare i dati pessimi di questa estate, sia in tema di incidentalità che di rispetto della quiete dei cittadini».
La consigliera di Uniti per l’alternativa, Marta Evangeli, nel corso dell’udienza conoscitiva dedicata alla strada provinciale 65 della Futasti ha auspicato che i velox siano installati a breve, anche perché «pare che entro fine anno la competenza su questo tratto passi dalla Città metropolitana all’Anas». La consigliera del centrodestra ha poi bacchettato la Prefettura dicendosi «sfavorevolmente sorpresa» dal fatto che nessun rappresentante di Palazzo Caprara «si sia mai presentato ai tavoli tecnici istituzionali, e non mi riferisco solo a quello sulla strada della Futa, ma anche, ad esempio, alla loro assenza quando ci fu l’esondazione del Reno». Un atteggiamento che Evangelisti giudica «disdicevole sotto diversi profili, perché la Prefettura riveste un ruolo importante e dovrebbe essere al fianco dei sindaci». Più «morbido» Monesi: «Noi deferentemente ci rivolgiamo al prefetto perché ci incontri o ci faccia incontrare con chi ritiene opportuno».