Lega e FdI raccolgono la sfida «Voto subito? Siamo pronti»
Regionali, Morrone: «Ma Bonaccini si decida». E Bernini (FI): «Una furbata, è solo opportunismo»
«Poteva dirlo in primavera, invece che fare le corse adesso. Novembre mi sembra improbabile, magari si fa in tempo. Prima scappa dal voto, ora vuole anticiparlo, così si comporta chi ha timore di andare a casa». Jacopo Morrone, deputato forlivese e segretario della Lega Romagna, giudica la possibilità che il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, scelga la prima finestra elettorale possibile per il voto in regione. L’ipotesi di novembre, piuttosto che una data di gennaio che sembrava essere preferita dal governatore, sarebbe dettata «dalla paura» secondo la Lega, che pure, ricorda il suo rappresentante, ha sempre «chiesto di votare prima possibile, in tempi non sospetti». Cioè a prescindere dal colore del governo. Ma ora Bonaccini, dopo la caduta del primo esecutivo Conte, l’autogol salviniano e la nascita del bis con Lega fuori e Pd dentro, fiuta aria e sondaggi diversi rispetto al boom leghista delle Europee, contando vantaggio rispetto a Lucia Borgonzoni, candidata scelta per provare a batterlo.
«Significa orientare il voto regionale su ciò che accade a Roma — attacca Morrone —. La cosa scandalosa è che ancora non ci sia la data. Il presidente sta piegando le elezioni alle sue esigenze, non sarebbe corretto. Ci dica quando, noi siamo pronti a correre». Per Morrone la chiave di lettura resta quella nazionale: «Forse
” Galeazzo Bignami (FdI) Non sottovalutiamo Bonaccini, sa comunicare meglio di altri nel suo partito
Bonaccini conosce e teme il riverbero di una manovra finanziaria disastrosa».
Va all’attacco anche la senatrice Anna Maria bernini, capigruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, alla prese con la ristrutturazione del partito in Emilia-Romagna: «Bonaccini usa spregiudicatamente le sue prerogative — dice — può anticipare il voto ma lo farebbe per ragioni di opportunismo politico. La sua è una furbata — ragiona ancora l’azzurra bolognese —. Fino a un mese fa, con il governo gialloverde in carica, non si sarebbe nemmeno azzardato a imprimere questa accelerazione».
«Sarebbe una bella notizia». La prospettiva di una consultazione vicinissima piace invece senza riserve a Galeazzo Bignami, che sabato scorso alla sua prima uscita dal ritorno a destra, in Fratelli d’Italia, s’era rivolto direttamente al governatore: «Fissa la data». «La gente vuole andare a votare — spiega l’ex forzista — lui ha capito che più lo nega e più urta l’elettorato». Bignami però avverte il centrodestra, la cui unità è «l’unica cosa certa»: «Non sottovalutiamo Bonaccini, sa comunicare meglio di altri nel suo partito». Nel frattempo la Lega attacca sul reddito di solidarietà regionale, in via di esaurimento e sostituito dal Reddito di cittadinanza targato M5S. «Una mancetta per gli stranieri», secondo il capogruppo in Regione, Stefano Bargi, che dà in numeri della misura: «24,3 milioni, di cui ben 9,6 milioni nelle tasche degli stranieri, ai quali è stato erogato ben il 39,7% dei fondi». A Roma, intanto, al Senato il dem Matteo Richetti, critico dell’accordo giallorosso, non ha votato la fiducia e ha annunciato l’addio al Pd.