Corriere di Bologna

L’addio al Pd di Richetti: ora con Calenda

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«Per coerenza non posso votare la fiducia a un governo nato sulla base di convenienz­a e ambiguità. Questo è uno dei giorni più difficili del mio impegno politico e parlamenta­re». Così il senatore modenese del Pd Matteo Richetti, che è stato anche presidente dell’Assemblea legislativ­a dell’Emilia-Romagna e renziano della prima ora, nel suo intervento in Aula al Senato per la fiducia al Conte 2. Richetti ha sottolinea­to che il presidente Giuseppe Conte ha messo la firma su «legittima difesa, porti chiusi e decreti sicurezza». Per questo «non voterò contro, ma mi asterrò. Matteo Salvini e la destra saranno sempre i miei avversari». Poi Richetti è andato oltre, ufficializ­zando quello che era già nell’aria, ai microfoni di La 7: «Vado nel gruppo misto e ho messo nel conto di lasciare il Pd. Non ho votato la fiducia e

comincerò a costruire un nuovo spazio, magari insieme a Calenda». «Io oggi (ieri, ndr) — ha spiegato — ho vissuto le ore più brutte della mia vita, ma penso che questo partito abbia bisogno di qualcuno che dice basta. Questo Pd sta soffocando le energie e la libertà e questa scelta ha un tasso di ambiguità troppo elevato, non solo per il Pd, ma anche per il Paese». E ancora: «Ma l’emergenza Salvini non pone nessuna soglia sotto la quale non si può andare? Un accordo andava trovato, io non ero pregiudizi­almente contrario ma non su un terreno così ambiguo. Abbiamo liquidato in 4 giorni un dibattito di 4 anni con Leu. Noi veniamo da un partito dove certe scelte si discutono». E comunque, ha concluso il senatore modenese, «guardate che questo governo non dura, non c’è un dato di relazione, di coalizione».

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Modenese Matteo Richetti è contrario al Conte 2

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