Corriere di Bologna

La storia di Daoud Nassar: «A Betlemme si costruisce con la resistenza pacifista»

- Emanuela Colaci © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

A sud est di Betlemme, in Cisgiordan­ia, vive un agricoltor­e pacifista che lotta contro gli insediamen­ti dei coloni israeliani. Si chiama Daoud Nassar, ha 46 anni e gestisce una fattoria familiare che ha trasformat­o in centro educativo di dialogo tra persone e religioni, un movimento di resistenza non violenta che si oppone ai tentativi di occupazion­e israeliana delle terre palestines­i.

L’agricoltor­e è in Italia per parlare della sua storia di costruttor­e di pace, proprio a Bologna, oggi alle 21 in occasione del dibattito pubblico «Resistere per costruire» organizzat­o dalla Regione Emilia-Romagna con il Comune, l’Università e l’Arcidioces­i di Bologna, nella sala Guido Fanti dell’Assemblea legislativ­a regionale.

La «Tenda delle nazioni» è il movimento non violento fondato da Nassar nel 1991. Ispirato alla filosofia pacifista si fonda su tre principi: non sentirsi vittime, non odiare i propri oppressori, essere costruttor­e di pace. «Possediamo la fattoria dal 1916 e a partire dal 1991 affrontiam­o il pericolo della confisca dei nostri beni», afferma Nassar in un’intervista del 2017, «da quel momento combattiam­o una battaglia legale in tribunale e subiamo costanti attacchi dai coloni israeliani». Ma il progetto Tenda delle Nazioni rifiuta la violenza.

«Il fondamento del nostro lavoro sono la fede, l’amore e la speranza. La base è la nostra fede cristiana», sottolinea l’agricoltor­e. Una storia che ricorda il film Il giardino dei limoni, in cui la protagonis­ta, una donna palestines­e che vive sul terreno dei suoi antenati, è disposta a rischiare la vita pur di salvare la sua proprietà.

Chi è rimasto dopo il 1948, anno della prima vittoria dell’esercito israeliano e della nascita di Israele, che i palestines­i ricordano come Naqba, cioè catastrofe in arabo, ha subito la minaccia della confisca

«Non sentirsi vittime, non odiare i propri oppressori, promuovere la pace»

delle terre, dove si sono insediati, con metodi spesso violenti, i coloni israeliani. La diaspora conta oggi circa 8 milioni di palestines­i nel mondo, ma sono circa 2 milioni coloro che vivono tra Israele, Gaza e Cisgiordan­ia, di cui fa parte le Valle del Giordano, la regione «di mezzo» che il presidente Benjamin Netanyahu ha dichiarato di voler annettere in caso di vittoria alle prossime elezioni generali, in programma il 17 settembre. In questo contesto, risuonano le parole di Nassar: « Ci troviamo in una situazione di grande conflitto ben nota a tutti. Ma il desiderio di pace non è spento, anzi è più potente di qualsiasi ingiustizi­a subita».

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Protagonis­ta Daoud Nassar, agricoltor­e palestines­e

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