LA DESTRA IN ORDINE SPARSO
Le diverse formazioni della destra sono calate a Bologna sabato 7 e domenica 8 settembre con l’obiettivo di organizzare, in vista delle prossime elezioni regionali, l’attacco alla sinistra e di contendere il secondo mandato al presidente del Pd, Stefano Bonaccini. L’hanno fatto in forza e schierando i loro leader nazionali: prima con Anna Maria Bernini capogruppo di FI al Senato, poi con Giorgia Meloni segretaria dei Fratelli d’Italia e infine con il segretario federale della Lega, Matteo Salvini. Sono arrivati in ordine sparso, in giorni diversi e in orari differenti. Hanno fatto in modo di non incontrarsi perché ognuno marcia per suo conto, con un proprio candidato e senza ancora un minimo programma. Hanno, però, in comune lo stesso obiettivo, quello di scalzare il presidente dem dal palazzo di Via Aldo Moro. Non solo. Hanno inoltre un sogno, quello di ottenere nella più forte roccaforte della sinistra un successo elettorale dimostrando agli italiani che sono ancora una credibile forza di maggioranza nel Paese. Hanno scelto di ripartire con una mobilitazione dei cittadini dai territori e dai governi locali sicuri di riconquistare sull’onda crescente dei consensi Palazzo Chigi.
A questo frenetico tentativo della destra di risollevarsi dall’incredibile scivolata del capitano Salvini, si è aggiunto l’incontro segreto dei pentastellati alla ricerca dell’identità perduta, a loro dire, dopo l’alleanza del governo giallo-rosso.
Il consigliere regionale del Lazio, Davide Barillari, sembrerebbe puntare sul dissenso interno ai Cinque Stelle per marcare una corrente dei portavoce e degli amministratori discordi. Con accortezza politica i bolognesi pentastellati, compresi i critici della svolta governativa, hanno respinto l’invito e disertato l’incontro. Chissà se a Bologna, sia i partiti della destra sia i dissidenti del Movimento, hanno preso atto che la loro recente sconfitta nazionale è difficile da contenere o da ribaltare a livello locale. Forza Italia resta ferita dall’abbandono di una consistente fetta d’iscritti, che sono ritornati nelle file del partito di Giorgia Meloni. E resta in uno stato confusionale con il commissario catapultato da Brescia che nulla sa della complessa politica emiliana. I Fratelli d’Italia, forti dei nuovi entrati, si affidano, non si capisce perché, a un discusso personaggio esterno come lo psichiatra Alessandro Meluzzi. Forse, pensano che possa essere una pedina per meglio permettere alla Meloni di negoziare con Salvini una difficile alleanza. La Lega fila dritto e da sola, crede di avere le idee chiare e vincenti. Ha scelto come candidata alla presidenza della Regione, la senatrice Lucia Borgonzoni, già sconfitta alle elezioni comunali di Bologna, e una linea scontata contro la poltronite dei comunisti. Messe così le cose si ha l’impressione che la destra farà fatica a invertire lo scivolone leghista.