Crif e Bio-On cercano spazio Permessi in bilico
La parola ora a Città Metropolitana e Conferenza dei Servizi
Con un doppio appuntamento, fra il 18 e il 20 settembre, Città Metropolitana e Conferenza dei Servizi diranno l’ultima parola su due controversi progetti. Entrambi nel Comune di Castel San Pietro Terme, entrambi relativi ad ampliamenti di attività produttive, entrambi osteggiati politicamente: Crif e Bio-on.
Lo stesso obiettivo Multinazionale una, solo startup l’altra, vogliono crescere e ampliare le proprie sedi
Con un doppio appuntamento la settimana prossima, fra il 18 e il 20 settembre, Città Metropolitana e Conferenza dei Servizi diranno l’ultima parola su due controversi progetti. Entrambi nel Comune di Castel San Pietro Terme, entrambi relativi ad ampliamenti di attività produttive e terziarie, entrambi osteggiati a livello politico da Legambiente e Movimento Cinque Stelle, e contestati in via preliminare dalla stessa Arpae, l’agenzia regionale Prevenzione Ambiente Energia. Progetti che arrivano però da due aziende tra loro agli antipodi. Non tanto perché la prima, Crif, si occupa di big data e servizi alle banche mentre la seconda, Bio-on, di bioplastica. Quanto piuttosto per le attuali, opposte fortune: Crif è una multinazionale con il vento in poppa, Bio on, come tutti sanno, è poco più di una start up, divenuta un caso nazionale prima per il boom borsistico e poi per l’ attacco del fondo speculativo statunitense Quintessential Capital Management che ne mette addirittura a rischio la sopravvivenza.
Ciononostante, entrambe le realtà vogliono investire. Crif perché sta sempre più stretta nel quartier generale di Bologna e vorrebbe espandersi sulle colline di Varignana, nella tenuta di 100 ettari dove il titolare Carlo Gherardi ha già speso quasi 200 milioni di euro nel recupero del settecentesco Palazzo dei Bentivoglio, nel ripristino di vecchie colture (tra cui 25 mila ulivi piantati ex novo) e di una quindicina di casolari trasformati in resort e centro congressi; nonché nella nuova sede del Crif Campus, il centro di innovazione e formazione del gruppo. Il Campus, inaugurato l’anno scorso, ospita già 150 addetti. È il primo edificio in Italia certificato LEED Gold, cioè al massimo livello di qualità architettonica e sostenibilità ambientale. Non sfigurerebbe insomma nel cuore della Silicon Valley. Oggi occupa 6 mila metri quadrati, dovrebbe crescere di altri 5.000. La capacità edificatoria (in totale 12 mila metri quadrati) è stata acquisita poco distante, ad Osteria Grande, dove un’area destinata a insediamenti produttivi verrà riqualificata a verde attrezzato. È il tanto decantato uso del territorio a «saldo zero». La restante capacità servirà, sempre a Varignana, per nuovi locali di servizio presso il centro congressi e l’auditorium, in gran parte sotterranei. Nell’operazione, infine, verrà recuperato il borgo storico della frazione, destinato ad hospitality, e la omonima piccola stazione ferrovia collegata al Campus da più frequenti servizi di navetta. Il Comune incasserà quasi 4 milioni di euro di oneri di urbanizzazione, metà dei quali destinati ad attrezzare la parte residua dell’area produttiva di Osteria Grande. In più, mette in conto un centinaio di nuovi posti di lavoro e la possibilità di attrarre nuovi residenti. Arpae e ambientalisti contestano, però, la cementificazione di una collina ad alto valore paesaggistico, come scrivemmo su queste pagine in giugno.
A dispetto della tempesta perfetta che l’ha travolta in luglio, anche Bio-on vuole crescere. Ha infatti acquisito un terreno agricolo adiacente allo stabilimento già in attività nella depressa frazione di Gaiana; ora chiede una variante al piano regolatore per aggiungere altri 1.200 metri quadrati di laboratori di ricerca. Qui le contestazioni riguardano la sicurezza. Parliamo di chimica o di trasformazione agricola? Basta la variante già deliberata in Consiglio comunale o servono nuove autorizzazioni? Bio-on e Comune sono convinti di no: per ottenere la plastica Minerv-PHA non servono solventi pericolosi, ma solo processi biologici di fermentazione, come certificò a suo tempo l’Arpae consentendo di riattivare il vecchio stabilimento dismesso dalla Granarolo. La questione, dunque, è chiusa: ricominciare daccapo sarebbe un abuso. Ma anche qui gli oppositori tornano all’attacco; e la stessa Arpae ha espresso qualche dubbio, seppur solo in via preliminare.
Dopo le osservazioni, le integrazioni e i chiarimenti intercorsi negli ultimi mesi, sia per Crif sia per Bio-on siamo arrivati ora alla stretta finale. La sentenza definitiva che l’Agenzia per l’ambiente dell’Emilia-Romagna presenterà la prossima settimana determinerà il sì o il no per entrambi i progetti. Città Metropolitana e Conferenza dei servizi potranno solo prenderne atto.
A noi torna in mente il mitico jingle della distilleria triestina che per quarant’anni ha chiuso «Il calcio minuto per minuto»: «Se la vostra squadra del cuore ha vinto, brindate con Stock 84; se ha perso, consolatevi con Stock 84». Faceva leva su quello che nel football si chiama «spirito di squadra»: un sentimento che cementa le comunità, nella buona e nella cattiva sorte. Ma una cosa è il mondo del pallone, tutt’altra l’Azienda Italia, di questi tempi.