Castel San Pietro contro l’Arpae «Blocca tutto»
L’indagine
Il sindaco di Castel San Pietro, il Comune che dovrebbe essere interessato dall’ampliamento dei siti produttivi di Crif e Bio-on, si scaglia contro l’Arpae, che ha dato parere negativo contro i progetti. «I pareri sono superficiali e fotocopia», accusa il dem Fausto Tinti.
In materia di qualità della vita, i bolognesi danno un buon 7 alla propria città. Una promozione che arriva da 9 cittadini su 10, quindi un consenso pressoché unanime. Ma leggendo i risultati del sondaggio annuale del servizio Studio della Città metropolitana, a colpire sono le priorità degli intervistati (su un campione di 3 mila persone). A giudicare dall’ascesa della Lega in questi ultimi mesi, soprattutto in EmiliaRomagna e un po’ meno sotto le Torri, ai primi posti avrebbe dovuto esserci il tema dell’immigrazione che invece si piazza in fondo alla classifica, preoccupando realmente solo il 3,4% dei cittadini di Bologna e provincia (il 6,6% in città, l’1,3% nel resto del territorio). Tanto da portare il sindaco metropolitano Virginio Merola a dire che «dall’indagine emerge un ribaltamento dell’agenda che Salvini ha provato a imporci». In cima infatti ci sono altri temi, come il traffico e la criminalità, l’incertezza economica, il lavoro e il timore per il futuro dei giovani. Mentre, seppure di poco, cala il senso di insicurezza che passa dal 28,6% dello scorso anno al 27,9% del 2019. Il 41,6% dei residenti nell’area metropolitana non segnala problemi specifici nella zona in cui vive (era il 35,8% nel 2018), quota che scende al 35,8% in città. «Questa è la realtà, non la percezione», rivendica il sindaco. Chi segnala problemi, punta il dito innanzitutto su traffico e viabilità, criminalità e degrado (soprattutto sotto le Torri), sull’assenza di luoghi di aggregazione (fuori dal capoluogo). Solo il 3,4% (il 6,6% a Bologna, l’1,3% nel resto del territorio) indica l’immigrazione come un problema. Il degrado è denunciato dal 12% dei cittadini metropolitani e dal 22,4% dei residenti nel capoluogo (-4,3%). Voti alti per i servizi scolastici e per quelli dell’infanzia, così come per le biblioteche e per i musei. Ma in provincia non sono pochi a lamentarsi per la scarsa offerta culturale. E su questo aspetto, ammette Merola, «dobbiamo fare di più». ( b. p.)