Vaccini, partono le diffide «Illegale escluderci da scuola»
Guerra delle famiglia «no vax» contro i presidi: «Bloccati con i bimbi sulla porta»
Bambini bloccati sul portone della scuola e rimandati a casa il primo giorno. Altri esclusi a pochi giorni dall’avvio dell’anno. La legge Lorenzin, arrivata al suo terzo anno di applicazione, quello in cui è prevista la decadenza dell’iscrizione se si è alla materna e la multa se si è alla scuola dell’obbligo, sta mietendo le prime «vittime» nelle scuole di Bologna e provincia. E così le famiglie contrarie all’obbligo vaccinale hanno deciso di non restare a guardare: lunedì manderanno le diffide ai presidi delle scuole statali che hanno applicato alla lettera la norma e che hanno deciso di non ritenere valida la comunicazione in cui i genitori che si appellano alla libertà vaccinale dichiarano di aver chiesto all’Ausl di eseguire sui propri figli gli esami pre vaccinali, ovvero quelli in cui si può verificare, con un prelievo di sangue, lo stato di salute del bambino, prima di procedere all’eventuale vaccinazione.
«Faremo diffide ai singoli dirigenti, annunciando, in caso di esclusione da scuola, la denuncia per procurato danno alle famiglie — annunciano — e un danno con dolo, perché la legge non esclude la possibilità di considerare avviato l’iter vaccinale, se c’è una richiesta formale di approfondimenti sanitari all’Ausl». E poi c’è anche una questione di tempistica: «Tutte le famiglie in questione — spiegano i genitori che temono l’effetto dei vaccini sui propri figli — hanno mandato la comunicazione alle scuole entro il termine previsto del 10 luglio, ma a non rispettare colpevolmente la tempistica per lo scambio di informazioni tra scuola e Ausl sono stati i dirigenti, quindi ci appelleremo al garante della privacy». Se le diffide non dovessero avere risposta, «il passo successivo sarà quello di presentare degli esposti in Procura, alcuni sono già pronti».
A scatenare il contrattacco delle famiglie sono state anche le modalità di esclusione. «A due giorni dall’inizio del terzo anno di materna di mio figlio — racconta Barbara (nome di fantasia, ndr), che vive a Monterenzio — la preside mi ha convocata per presentarmi l’ordinanza di decadenza, ma io mi sono sempre attenuta alla legge, avevo presentato per raccomandata la mia richiesta di appuntamento all’Ausl». Ma il decreto è partito lo stesso e Barbara ha dovuto tenere a casa il suo bimbo: «Lui chiede dei suoi amici, ho dovuto mentire e dirgli che troveremo un’altra scuola». Ma con tutta probabilità il bimbo resterà a casa e Barbara dovrà licenziarsi.
«Io invece — racconta Davide (nome di fantasia, ndr) — sono stato bloccato in corridoio il primo giorno di scuola», una materna statale a Bologna. «È stata una scena orribile, le bidelle hanno detto in mezzo al corridoio che non potevamo entrare perché il mio bimbo, all’ultimo anno di materna, non è vaccinato. Non siamo stati convocati prima e la Ausl continua a non rispondere alle nostre domande. Abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti e proseguiremo la battaglia».