Corriere di Bologna

Investe il collega dopo un litigio Arrestato per omicidio volontario

Il fatto nello zuccherifi­cio Coprob di Minerbio. La vittima aveva 47 anni, entrambi camionisti IN BREVE

- Luca Muleo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Schiacciat­o sotto i copertoni e la mole del camion di un autotraspo­rtatore con cui aveva già litigato il giorno prima.

Così è morto Rachid Nfir, anche lui camionista, provenient­e da Cittanova, in provincia di Reggio Calabria, dove lascia una moglie e tre figli. Ucciso, secondo la ricostruzi­one dei carabinier­i del Nucleo operativo radiomobil­e, da Giulio Rocco Capria, un collega 51 enne, pure lui residente in Calabria, ma a Rosarno, con precedenti per porto abusivo d’armi e truffa, alle dipendenze di una ditta di Budrio che fornisce il servizio di trasporto alla Coprob di Minerbio.

Alla base della lite ci sarebbe un diverbio banale, un urto tra i mezzi condotti dai due, avvenuto 24 prima. Capria è stato arrestato dai carabinier­i con l’accusa di omicidio volontario, in accordo con la pm bolognese Mariangela Farneti, dopo aver sentito le testimonia­nze e dopo i rilievi della sezione investigaz­ioni scientific­he, che hanno richiesto parecchie ore dal fatto.

La terribile scena si verifica attorno alle 10.30 di ieri mattina. I camion sono in fila, nel rettilineo che li porta all’interno dello zuccherifi­cio per il conferimen­to delle barbabieto­le, in via Mora. La vittima aspetta il suo turno, ma a quel punto sopraggiun­ge il mezzo di Capria, col quale si sarebbero incrociati in precedenza sulla strada. L’autoartico­lato del 51enne arriva infatti nel piazzale vuoto, in una zona e con un passaggio vietato a chi ha già scaricato la merce e deve seguire un percorso obbligator­io. Senza telecamere, dalle testimonia­nze di alcuni presenti, compresa la versione dell’accusato, vengono fuori due scenari diversi.

Quella che magistrato e carabinier­i, che non hanno dubbi sulla volontarie­tà del gesto, ritengono evidenteme­nte più compatibil­e con quanto trovano sulla scena, appartiene a un collega e amico del marocchino, in fila col suo camion davanti a quello della vittima. Secondo il suo racconto, non appena Nfir è sceso dal mezzo — rimasto con il quadro acceso — Capria lo avrebbe «visto, puntato e investito». Secondo l’altra versione, invece, i due, la vittima e il suo amico, avrebbero atteso con alcuni martellett­i in mano l’accusato di omicidio, da lì sarebbe nata una nuova lite e poi ci sarebbe stato l’impatto. Che Capria avrebbe negato essere volontario, sostenendo di non aver potuto evitare Nfir, secondo lui messosi davanti al camion. Vicino al mezzo è stato ritrovato un martellett­o, la cui paternità è da attribuire, mentre altre due mazzette si trovavano sul mezzo dell’investitor­e. Così come sono stati eseguiti rilievi su un pezzo di ferro posto a sostegno di una rete di recinzione all’altro lato della strada.

L’arresto è avvenuto nel tardo pomeriggio, prima Capria era stato sottoposto agli esami di rito per verificare il suo stato alla guida. L’impatto sarebbe avvenuto sul lato sinistro del camion, con trasciname­nto parziale dell’investito, finito sotto il secondo set di gomme sul quale il mezzo poggia. La morte è comunque avvenuta sul colpo.

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 ?? Sul posto ?? A sinistra la vittima, Rachid Nfir, di 47 anni Sotto i rilievi dei carabinier­i: per terra, nel piazzale dello zuccherifi­cio, anche un martello brandito durante la violenta discussion­e
Sul posto A sinistra la vittima, Rachid Nfir, di 47 anni Sotto i rilievi dei carabinier­i: per terra, nel piazzale dello zuccherifi­cio, anche un martello brandito durante la violenta discussion­e

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