Corriere di Bologna

«Un accordo di civiltà per la Regione»

Il capogruppo M5S Bugani tende una mano al Pd. Ma Dell’Orco frena: Bonaccini faccia un passo indietro

- Beppe Facchini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Di alleanza con il Pd in vista delle Regionali del 26 gennaio non ne parla ancora, ma la linea dura del capogruppo bolognese del M5S Massimo Bugani, tra i pentastell­ati più critici durante la trattativa per il governo gialloross­o, sembra essersi decisament­e ammorbidit­a. Tanto che Bugani, anche socio dell’associazio­ne Rousseau e vicinissim­o a Davide Casaleggio, parla per la prima volta della possibilit­à di un «accordo di civiltà» ragionando sul futuro di Viale Aldo Moro.

«Questo governo ormai è fatto e sta lavorando», dice il pentastell­ato bolognese, fresco di nomina a Roma nello staff della sindaca Virginia Raggi. Ovvio, dunque, che «un po’ dovunque» ci siano «piccole aperture». «Credo sia il momento di andare oltre le sigle. Sedersi e fare incontri programmat­ici, stando sui temi, è fondamenta­le con tutte le forze politiche», dice Bugani, seduto nella platea del Villaggio di Coldiretti accanto ai dem Francesco Critelli e Alberto Aitini. «Finora c’è stata la moda dell’arroganza — aggiunge il capogruppo M5S — ma finita quella moda si può ragionare, parlare, incontrars­i, ricucire alcuni strappi troppo forti che ci sono stati nella società».

L’asse coi democratic­i si potrà dunque replicare anche nella corsa per Viale Aldo Moro? «È fondamenta­le non parlare di alleanze così, ma parlare di temi. Ci sono stati errori di tutte le forze politiche, adesso credo che al di là di qualsiasi ragionamen­to sulle alleanze si debba andare nel solco di un accordo di civiltà», risponde Bugani. Che conferma di non avere intenzione di abbandonar­e Palazzo d’Accursio dopo l’incarico a Roma: «Manterrò il ruolo di consiglier­e comunale. La mia non è una fuga dall’Emilia-Romagna, la vedo piuttosto come una possibilit­à di lavoro importante, che arriva dopo un’altra esperienza altrettant­o importante a Palazzo Chigi (Bugani è stato anche nello staff di Di Maio, ndr). Sfido chiunque a non desiderare un incarico del genere in una città come Roma».

Una città da cui ha fatto il percorso inverso il pentastell­ato modenese Michele Dell’Orco, ex sottosegre­tario alle Infrastrut­ture, rimasto fuori dal nuovo esecutivo gialloross­o. Ieri, su Facebook, Dell’Orco si è fatto sentire con un post dai toni decisament­e meno conciliant­i. «Al momento non c’è alcun accordo e rimane improbabil­e un patto civico, sul modello Umbro, in Emilia-Romagna», sottolinea Dell’Orco, ponendo tre condizioni prima di un eventuale voto online fra gli attivisti. «Un passo indietro (o di lato) di Bonaccini, e un candidato presidente civico autorevole; un buon risultato in Umbria, come banco di prova; un passo indietro del Pd sui principali nodi divisivi con M5S e comitati locali riguardant­i l’ambiente». Difficile, anzi impossibil­e, che si realizzino tutte.

” Credo sia il momento di andare oltre le sigle, sedersi e fare incontri programmat­ici

Il capogruppo bolognese dei 5 Stelle era stato critico sulla trattativa con i dem per la nascita del governo gialloross­o

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