I rossoblù cercano il colpo a Udine
Negli ultimi campionati i rossoblù hanno sempre mancato il momento per svoltare
Al Friuli per un vero salto di qualità, per dimostrare di essere davvero cresciuti. Gara della verità oggi pomeriggio a Udine per il Bologna di Mihajlovic, fin qui imbattuto in trasferta ma reduce da due partite che hanno riservato più rimpianti che sorrisi. La squadra c’è, crea, spreca troppo ma oggi contro la pericolante squadra di Tudor, in crisi di risultati e senza il faro De Paul (squalificato), non ci sono mezze misure: tre punti per scacciare via le recriminazioni e soprattutto per dimostrare maturità e per non mancare l’appuntamento che storicamente i rossoblù in altre stagioni avevano sempre fallito.
Gli esempi dal ritorno in A non mancano: al primo anno di Donadoni, nella stagione 2015/16, il Bologna arrivò anche a tenere medie da Europa ma prima arrivarono due ko interni contro Empoli e Chievo a cavallo di Natale e successivamente a febbraio l’1-0 rimediato contro il retrocedendo Frosinone fece capire che la volata rossoblù era conclusa e non si poteva andare oltre la semplice e tranquilla salvezza. Sempre con Donadoni nella stagione 2017/18 il Bologna arrivò a metà ottobre con 14 punti in 8 giornate salvo poi inanellare quattro sconfitte in fila contro Atalanta, Lazio, Roma e Crotone che ne spezzarono immediatamente sogni di gloria e diedero il là a una stagione mediocre. Lo scorso anno non ci fu nemmeno il tempo di sognare, anzi: arrivò Mihajlovic a salvare tutti con la rincorsa-salvezza su ritmi da Champions che portò a un insperato decimo posto finale. Proprio il tecnico serbo è stato la chiave di volta del Bologna recente a livello di ambizioni eppure l’impresa dello scorso anno fu costruita in casa, perché nonostante il gran ritmo in trasferta non ci furono mai due risultati utili di fila. In questa stagione l’atteggiamento e i risultati non sono mai mancati e a sottolineare cosa sia cambiato dalle stagioni precedenti è stato il rossoblù di maggior corso, ovvero Angelo Da Costa: «Mihajlovic ha cambiato la nostra mentalità, ora giochiamo per vincere. Abbiamo costruito questo modo di pensare non volendo perdere neanche una partitina in allenamento, atteggiamento che poi ci portiamo in partita. Lo staff ha cambiato sia noi sia la società: non ci accontentiamo più, ora vogliamo fare qualcosa di speciale».
Forse anche per questo il clima in spogliatoio è eccellente, non solo per il senso di responsabilità verso l’allenatore e la sua condizione di salute: «In questi sei campionati è il gruppo più bello e più facile da gestire, non ci sono casini», sottolinea Da Costa. Ma soprattutto c’è grande voglia di togliersi soddisfazioni e la gara di Udine rappresenta un’occasione: i friulani sono il peggior attacco del campionato con due reti e fin qui sono l’unica squadra di A – insieme al Milan - a non essere mai riuscita a segnare dopo aver subito un gol. Se il Bologna vuole dimostrare di poter cullare sogni di gloria deve entrare in campo con la faccia giusta e colpire duro fin da subito, per cercare il doveroso salto di qualità che la squadra sta dimostrando di valere con i numeri.