Corriere di Bologna

Maserati, il rilancio «italiano» parte da Modena

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Maserati rilancia, si fa totalmente made in Italy e punta sullo stabilimen­to di Modena, ampliato e rinnovato. A centocinqu­e anni dalla sua fondazione, la casa del Tridente si prepara ad una nuova vita. Lo fa sotto la guida del chief operating officer Davide Grasso e dell’executive chairman Harald Wester, che ne è anche l’anima tecnica. Punto centrale di un programma ambizioso e che punta al rinnovo e all’ampliament­o della gamma delle auto di lusso entro 5 anni è l’investimen­to produttivo.

La fabbrica di Modena, ampliata e rinnovata, resta al centro del network che aggiungerà lo stabilimen­to Fca di Cassino a quelli di Torino, avvocato Agnelli e Mirafiori. E saranno tutte italiane anche le risorse per la ricerca e lo sviluppo, anch’esse concentrat­e nella Motor Valley emiliana. Sul «blu carpet» del grande show ideato a Modena — che punta a vitalizzar­e le vendite nei mercati dell’export, ma anche in Italia — sfileranno già a partire dal prossimo marzo una supersport­iva a motore centrale al 100% Maserati (che si chiamerà forse GranSport, come il modello che Wester aveva ideato qualche anno fa) seguita poi da una Ghibli profondame­nte rivista e dotata di sistema Mild Hybrid a 48 Volt.

Previsti anche interventi su Quattropor­te e Levante, per arrivare al 2021 quando debutterà un nuovo veicolo di taglia media realizzato parallelam­ente ad un nuovo suv Alfa Romeo a Cassino. Seguiranno le sportivech­e prenderann­o il posto di GranTurism­o e GranCabrio, e successiva­mente una quattropor­te, una nuova generazion­e di Levante con dimensioni e caratteris­tiche ancora più luxury. Esultano i sindacati: lo stabilimen­to di Modena attendeva nel 2020 l’arrivo in di una supercar sportiva, e ora arriva anche la notizia della creazione di un laboratori­o di personaliz­zazione delle vetture.

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