SE I POLITICI NON SEGUONO IDEE MA QUEL «FINE POLTRONA MAI»
A me quest’andazzo che i politici passano da una parte all’altra con grande facilità proprio non piace. sono figlio di altri tempi quando nell’idea ci si credeva. sono proprio uno del tutto superato e fuori posto?
BOLOGNA
Caro signor Galli, non se la prenda. Prima o poi, siamo tutti scaduti come lo yogurt. Ma c’è un problema: chi fissa la data? La carta d’identità non basta: anche dopo gli ottant’anni si può mandare avanti alla grande uno Stato, ma si cade tra gli scarti a 50 appena l’azienda va in crisi. Un neo papà sessantenne passa per nonno se non ha il carisma del vip e l’imprimatur del gossip, in questo caso ascende alla copertine patinate come campione di virilità. Il sogno dei politici, che hanno la propensione a considerarsi eterni, è il «fine poltrona mai». Vale per i potenti di lungo corso come per i nuovi arrivati, che si ambientano in fretta e fanno di tutto per evitare lo sfratto, fino a disorientare i bambini alle prese con l’aritmetica, inventando il mandato zero nel calcolo del diritto di occupazione. Stando così le cose, non c’è da meravigliarsi delle manovre spregiudicate per garantirsi la conservazione di almeno una fettina di potere. Del resto, le bandiere fedeltà sono state ammainate da tempo. La politica non è così diversa dal calcio. Totti passerà alla storia per essere rimasto attaccato a quella giallorossa, ma i suoi colleghi arrivano a cambiare la propria appena conviene. Succede negli stadi, perché no nei Palazzi dove, infatti, i disinvolti non trovano differenze insormontabili tra il giallorosso e il gialloverde. Con i colori si va dove spinge la moda elettorale, molti i dubbi che venga seguita la sollecitazione del cuore. Nell’azione politica si manifesta una variante del principio di conservazione: per mantenere il posto è necessario non conservare l’idea. Anzi, è molto utile cambiarla spesso, giustificandosi con il famoso «solo chi non cambia opinione è uno stupido». Si potrebbe supporre, viste le frequenti mutazioni di rotta, che soltanto i più disinvolti siano intelligentissimi. In realtà la spiegazione sta nel dilagare della strategia della pancia piena, riassunta dal famoso con la Franza o con la Spagna purché eccetera eccetera. Dal mio punto di vista, più che nobile idea lo chiamerei chiodo fisso. Per la generale carenza di datori di lavoro, una busta paga garantita da Pantalone vale più del «tredici«Z di una volta al totocalcio. A proposito del bel tempo che fu, gli specialisti del galleggiamento ad oltranza c’erano anche allora. Tuttavia, e qui sta la non trascurabile diversità, quando parlavano di resistenza, per lo più era quella con l’iniziale maiuscola.
Aspettando la svolta
perse. Invio un fax e una mail e dopo estenuanti attese riesco a parlare con altri due operatori del 119, ma le telefonate si interrompono perché la linea cade (o viene fatta cadere). Dopo quasi 30 anni cambierò gestore, poi Tim, come è già successo con la linea fissa, mi chiamerà tutti i giorni pregandomi di ritornare, secondo l’assurdo marketing
che premia l’infedeltà e non la fedeltà del cliente. Non ci resta che …». Non meraviglia leggere che Tim è l’operatore più denunciato dai consumatori: sebbene detenga ormai solo il 28,6% del mercato vanta il 40,2% delle denunce compilare un formulario e presentare un’istanza all’Agcom.
In occasione del vertice sul clima tenutosi all’Onu il premier Giuseppe Conte ha affermato che «dobbiamo inserire nella Costituzione la tutela dell’ ambiente, della biodiversità e dello sviluppo sostenibile», imprimendo «una svolta radicale sul clima» e «cambiando paradigma culturale»
Di questi nobili intenti pare non siano al corrente altri esponenti del governo. Si prenda ad esempio lo spinoso caso delle infrastrutture, per le quali il ministro del relativo dicastero sta avallando la realizzazione di opere che ripropongono modelli obsoleti di business e altamente impattanti su ambiente e salute, lasciando inascoltate le legittime preoccupazioni dei cittadini. Per restare in Emilia Romagna, si pensi al Passante autostradale dentro Bologna, la bretella Sassuolo Campogalliano, la Cispadana e via discorrendo, caldeggiate dagli Enti Locali che evidentemente continuano a ragionare col vecchio paradigma. Ameno che il Presidente del Consiglio non si riferisse alla Costituzione di un altro Paese.