Corriere di Bologna

Al PalaDozza la Reyer tricolore

Martino sogna lo sgambetto ai campioni d’Italia: «Proviamoci, è il minimo»

- Enrico Schiavina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Da squadra di serie A, contro un’altra squadra di serie A, la Fortitudo stasera con Venezia. Occhi negli occhi con i campioni d’Italia, più forti certo, ma forse giocabili, comunque oggi con gli stessi due punti in classifica e da trattare senza timidezza, se si vuol tentare il colpaccio. «Perché Pesaro è stata un’emozione speciale ma adesso è in archivio, le altre saranno solo partite di Serie A» prova a inquadrare la situazione Antimo Martino.

A cavallo tra la sfida impossibil­e della neopromoss­a alla scudettata e il test d’ingresso nel club di chi fa sul serio, da affrontare con qualche ragionevol­e speranza di giocarsela alla pari. «Inizia il campionato di partite speciali. «Perché poi ci sarà Varese e prima o poi Milano, Cantù, il derby e così via. Inutile viverle da esordienti, i tanti nostri veterani di fatto non lo sono, l’anomalia era semmai che giocassero in A2. Poi per il pubblico, che dovrà darci una mano, capisco sia diverso. Ma noi dobbiamo ragionare da squadra di serie A». Con un giocatore da spendere in più, DeShawn Stephens, all’esordio dopo una settimana di lavoro in gruppo. «È un atleta e ci darà energia, una aggiunta fondamenta­le: non si può pensare di giocarsela a questo livello con gli stessi di Pesaro. E rispetto a martedì bisognerà fare una prestazion­e molto migliore, più attenta, più continua: non basterà certo un buon terzo quarto».

Perché di fronte c’è la Reyer, che giovedì all’esordio ha fatto molta fatica a piegare Trieste in casa, ma ha qualità in tutti i ruoli, tredici giocatori da ruotare, talento individual­e e sistema, fisico, mentalità: una corazzata. «Di loro mi colpisce la capacità di cambiar pelle all’improvviso, di recuperare in un attimo scarti molto pesanti, come hanno fatto anche in Supercoppa. Possono non essere ancora al massimo, ma sono così profondi da poter mettere sempre in campo giocatori freschi, di avere protagonis­ti sempre diversi». PalaDozza esaurito (18.30, diretta solo su Eurosport Player, o radiofonic­a su radiobolog­nauno), l’ultimo precedente tra Fortitudo e Reyer è di un quarto di secolo fa (marzo 1994 al Taliercio, spettacola­re vittoria con 26 punti in 19 minuti di Vincenzino Esposito), l’ultimo al PalaDozza di tre mesi prima, avventuros­a vittoria con un supplement­are agguantato da Dallas Comegys. Quella Effe che si chiamava Filodoro, stessa azienda che oggi ha portato il marchio Pompea, non vinse niente ma divertì come poche altre. A questa di Martino viene chiesto di fare lo stesso. «Niente da perdere, ma la pressione c’è sempre. Provarci è il minimo».

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