Corriere di Bologna

Fortitudo travolgent­e, affondata Venezia

L’Aquila strapazza anche i campioni d’Italia e vola a punteggio pieno. Contro Venezia grande prova dei biancoblù che conducono fin dall’inizio e tengono i nervi saldi nella bagarre finale

- E. S. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Bella, vincente e già ubriaca di felicità, dopo solo due partite. A punteggio pieno la Fortitudo, dopo un pomeriggio da ricordare, al primo assaggio di Serie A per quattro quinti dei 5mila (gli altri erano anche a Pesaro) che l’hanno vista buttar giù i campioni d’Italia a occhi sgranati. L’ottimismo va bene ma chi se la sognava una Effe così, pure prima in classifica dopo due settimane, 4 punti, due trionfi.

Pesaro sarà stata scarsa ma Venezia non lo è di certo, e non solo per il triangolin­o tricolore che porta sulle maglie: ha giocato una partita degna la Reyer, magari non lucidissim­a ma orgogliosa, con più uomini da ruotare, ma non le è bastato. Mancava da dieci anni, la vittoria su qualcuno con lo scudetto sulla maglia (Siena 2009, il famoso miracolo inutile): lo scalpo è importanti­ssimo e forse lo si apprezzerà meglio più avanti, perché è facile pensare che Venezia — che torna al PalaDozza già domenica con la Virtus — non ne perderà tante altre per strada.

Il benvenuto in Serie A sui legni di casa è un cazzotto in faccia, 0-5 in una ventina di secondi, ma questa non è una Effe che si spaventa. Neanche quando davanti c’è gente forte, in vantaggio di centimetri e/o atletismo in molti confronti, e con nella testa la sana presunzion­e di poter ribaltare la partita in qualunque momento. Ne nasce invece un superbo primo quarto da 26 punti con 9/12 dal campo, che getta le basi dell’impresa. Clamoroso impatto iniziale di Stephens, 8 punti nei suoi primi 5’, De Raffaele accenna la zona ma la Effe tien botta lo stesso, anzi va avanti di 9, massimo vantaggio di un primo tempo che non è solo agonismo, ma prima di tutto qualità: 65% dal campo, 54% alla fine.

Certo il match è fisico e molto intenso, ma non cattivo, per questo è strana l’espulsione di Watt, spintone a Stipcevic che costa carissimo ai granata, anzi è l’episodio su cui gira tutto. A 2 soli secondi dall’intervallo,

I protagonis­ti

Ottimo impatto di Stephens, bene Mancinelli e Aradori che mette liberi pesanti

l’Umana perde la sua architrave, 5/5 e 18 di valutazion­e: avessero chiesto a Martino di scegliere un avversario da eliminare, avrebbe indicato lui. Venezia ha risorse infinite (Stone e Mazzola fuori da dodici, per dire) eppure non sarà più la stessa: la spinta del PalaDozza è potente, la Effe si arrampica un paio di volte a +13 nel terzo, con Stephens di nuovo imprendibi­le. Un fattore anche Mancio, che da 5 tien botta benone tra i bestioni veneziani, silenzia Daye e piazza tre gancetti mancini in fila per il massimo vantaggio, 80-65 a 4’ dalla fine. Non è finita, lì c’è uno 0-13 e un rientro ospite fino al -2, Aradori si prende due liberi pesantissi­mi e li mette, Venezia sbaglia il tiro del -1, Stephens chiude schiaccian­do e dalla curva parte l’esagerazio­ne: «Vinceremo il tricolor». Una settimana da sogno, dove porterà non lo sa nessuno. Domenica a Varese inizia la vera maratona.

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Brividi
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Alla fine della partita vinta contro i campioni d’Italia l’entusiasmo contagia tutto il PalaDozza, parte la festa con addirittur­a i cori per lo scudetto

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