Corriere di Bologna

I chirurghi a congresso

Fino all’8 ottobre al Palazzo dei Congressi. Focus su prostata e cancro al colon destro

- Amaduzzi

Le tecniche più innovative, dai robot ai bisturi elettrici senza fili, il confronto sulle patologie più diffuse e molta attenzione ai giovani, a cominciare dagli specializz­andi. Perché anche nella chirurgia, un tempo la regina delle specialità, c’è carenza di allievi. Se ne parla al 121esimo congresso nazionale della Società italiana di chirurgia, fino all’8 ottobre al Palazzo dei Congressi. Attesi quasi duemila partecipan­ti. «Il chirurgo un tempo era al centro, ora i giovani si allontanan­o da questa profession­e», spiega Paolo De Paolis, presidente della Sic.

Le tecniche più innovative, dai robot ai bisturi elettrici senza fili, il confronto sulle patologie più diffuse e molta attenzione ai giovani, a cominciare dagli specializz­andi. Perché anche nella chirurgia, un tempo la regina delle specialità mediche, c’è carenza di allievi. Non solo perché ci sono pochi laureati e troppi pochi posti nelle scuole di specializz­azione, ma anche perché spaventano i frequenti contenzios­i con i pazienti. Di tutto questo si parla al 121esimo congresso nazionale della Società italiana di chirurgia, che si tiene fino all’8 ottobre al Palazzo dei Congressi. Sono quasi duemila i chirurghi attesi da ogni parte d’Italia per l’appuntamen­to più importante dell’anno.

«Il chirurgo un tempo era al centro, ora i giovani si allontanan­o da questa profession­e — spiega il chirurgo torinese Paolo De Paolis, presidente della Società italiana di chirurgia —, la carriera è difficile, non retribuita in modo congruo ed esposta alle denunce. Chi può va all’estero. E non servono a nulla le soluzioni tampone come quella di richiamare chi è già in pensione. La prima cosa da fare è non far andare all’estero i nostri giovani che sono la nostra principale risorsa». Sono concetti di cui si è parlato anche ieri, in apertura del congresso alla presenza del vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri. «Quando si fa il concorso per entrare nella scuola non tutti quelli che vincono vogliono in realtà fare chirurgia, in tanti lasciano dopo il primo anno e quindi non formiamo neppure i numeri che sono sulla carta», aggiunge Elio Jovine, direttore del dipartimen­to chirurgico dell’Ausl e presidente del congresso insieme a Francesco Minni, primario del Sant’Orsola. «Senza contare — aggiunge — che il privato vincerà, perché non ha i costi e gli obblighi del pubblico». «Utilizzare gli specializz­andi dell’ultimo anno è un correttivo che non risolve il problema — aggiunge Minni —, è un dramma che va risolto dalla politica». Il congresso ha dedicato un ampio spazio ieri, in apertura, ai giovani con lezioni dedicate alla costruzion­e di un lavoro di ricerca. E una sezione dedicata alle donne, che hanno oggi sempre più rilevanza nella chirurgia.

Venendo ai temi del congresso, tre sono i focus principali in un programma che tocca tutti gli aspetti della disciplina: il tumore del pancreas, uno dei «big killer» in campo oncologico, il cancro del colon destro e la chirurgia della parete addominale.

” Jovine Non tutti quelli che vincono il posto nella nostra scuola vogliono fare il chirurgo, molti abbandona no dopo il primo anno

” Minni È un dramma che va risolto dalla politica. Usare gli specializz­andi dell’ultimo anno è un correttivo che non risolve

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