Corriere di Bologna

«Le stagioni invisibili» I corpi in movimento ridisegnan­o il paesaggio

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Fabrizio Favale è coreografo attentissi­mo alla natura e ai fenomeni atmosferic­i. Più volte ha creato arabeschi corporei, movimenti di attrazione, reazione e intarsio che evocavano il movimento delle nubi o delle greggi, le migrazioni dei volatili, l’acqua o le canne mosse dal vento. Senza mimetismi, con una forza di astrazione pari a quella di certe forme artistiche orientali, miranti a rendere con pochi tratti le essenze. L’anno scorso con la rassegna Agorà diretta da Elena Di Gioia nell’Unione Reno Galliera cominciò un percorso sulle stagioni: quattro coreografi­e, ognuna a un passare di solstizio o equinozio, in relazione con boschi, paesaggi industrial­i, pianure, periferie. Un modo per ridisegnar­e i luoghi con i corpi in movimento artistico e per dare forza di accompagna­mento o di contrasto alle figure coreografi­che. Il ciclo ha avuto successo, tanto che quest’anno si replica. Oggi alle 16 esplorerà un nuovo luogo, singolaris­simo, con dieci danzatori. L’appuntamen­to è al Reno Air Club di Argelato (via Casadio, 14) per la puntata autunnale della nuova serie di «Le stagioni invisibili. Ciclo coreografi­co infinito», progetto dedicato a Ermanno Olmi e al suo occhio amoroso verso il paesaggio. Sulla pista per velivoli leggeri immersa nel verde la danza rivelerà le sue forme più insolite e sognanti. Prossime tappe a San Giorgio di Piano, Galliera, Castello d’Argile. (ma. ma.)

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