Affidi, ora le famiglie rinunciano
Il caso Bibbiano spaventa i genitori, il presidente del Tribunale dei minori lancia l’allarme
Genitori affidatari in fuga. Turbate dall’indagine «Angeli e Demoni», in Emilia-Romagna molte coppie che avevano dato la disponibilità a prendere in affido dei minori si stanno tirando indietro. L’allarme è stato lanciato dal presidente del Tribunale dei minorenni di Bologna, Giuseppe Spadaro, nel corso di una recente riunione con i servizi sociali. «È forte la mia preoccupazione per le difficoltà che ora state riscontrando nel trovare famiglie affidatarie».
Genitori affidatari in fuga. Turbati dall’indagine «Angeli e Demoni», preoccupati di finire loro malgrado nella bufera o nel calderone di chi «ha fatto del male ai bambini», in Emilia-Romagna molti papà e molte mamme che avevano dato la disponibilità a prendere in affido dei minori si stanno tirando indietro. È questo forse il peggiore effetto della distorsione del caso Bibbiano. Perché di bambini maltrattati e abusati continuano a essercene, mentre crolla il numero delle famiglie disposte ad aiutarli.
L’allarme è stato lanciato dal presidente del Tribunale dei minorenni di Bologna, Giuseppe Spadaro, nel corso di una recente riunione con i servizi sociali. «È forte la mia preoccupazione per le difficoltà che ora state riscontrando nel trovare famiglie affidatarie», ha detto Spadaro il 13 settembre rivolgendosi ai rappresentanti dei servizi dei Comuni e delle Unioni di Comuni delle province di Reggio Emilia, Modena e Parma. I genitori affidatari, recita il verbale di questo incontro, «sono persone straordinarie che hanno la generosità di accogliere bambini in difficoltà temporanea ben consci di non poter divenire genitori, persone fantastiche che dobbiamo continuare a trovare sul territorio», anche se, ha aggiunto il presidente, «capisco che non è semplice e che la terribile vicenda ha purtroppo arrecato un danno all’intera vostra categoria così come a quella degli psicologi e all’intero sistema della giustizia minorile». E un danno — questo sì, forse, irreversibile — non solo ai bambini protagonisti dell’inchiesta, ma anche a quelli che oggi potrebbero non trovare una mamma e un papà affidatari, pur avendone un grande bisogno.
Tutto ciò allarma fortemente i servizi sociali, messi a dura prova, come è noto, dal caso Bibbiano. Servizi che hanno riferito a Spadaro i propri timori circa la fuga delle famiglie affidatarie, ma non solo. Crescono, infatti, nelle province suddette, le richieste di trasferimento lontano dal «nucleo» della bufera, anche fuori regione, da parte degli operatori dei servizi. Crescono, parallelamente, i casi di operatori che chiedono di non doversi più occupare di minorenni, preferendo gli anziani.
Un altro effetto drammatico del caso Bibbiano che, ancora una volta, va a ripercuotersi sulle vite e sul futuro dei bambini. Per questo Spadaro ha invitato gli operatori a «continuare a lavorare con la professionalità di sempre». «Abbiamo il dovere di continuare a occuparci dei bambini che davvero assistono a violenze familiari inaudite, a padri che massacrano le madri, a genitori abusanti, che istigano alla prostituzione, che abusano sessualmente, i quali come sapete sono tanti, e hanno bisogno di essere realmente seguiti e protetti», ha ribadito nel corso della riunione.
Ciò detto, che il sistema non sia perfetto e che l’inchiesta della magistratura abbia svelato delle falle, lo sa anche Spadaro, che pure lo difende definendolo «sano» nel suo complesso. Ma c’è un nodo importante, quello del controllo sul lavoro dei servizi sociali, che ad avviso del presidente del Tribunale minorile il legislatore dovrebbe al più preso affrontare: «Occorrerà apportare modifiche normative per consentire un maggior controllo sull’operato dei servizi, rendere obbligatoria, ad esempio, la nomina di avvocati come curatori speciali, migliorare il contradditorio tra le parti, rivedere il vostro autonomo potere di allontanare in via temporanea ed urgente con provvedimento amministrativo minori dalle famiglie». È questo l’ultimo passaggio messo a verbale nel corso della riunione del 13 settembre. L’ultimo, ma certo non per importanza.
Occorrerà rivedere il potere dei servizi di allontanare i minori dalle famiglie in via urgente con atto amministrativo