Scorte di parmigiano prima dei dazi, negli Usa le vendite salgono del 220%
Triplicate le vendite, ma il fatturato del falso raggiungerà 24 miliardi
Una settimana prima dell’attivazione dei dazi voluti da Trump, gli americani fanno incetta di Parmigiano Reggiano e Grana Padano. Tanto che le vendite sono triplicate (+220%). Questi i dati forniti dalla Coldiretti che avverte: all’avvio delle tariffe il mercato del falso Made In Italy frutterà 24 miliardi.
I consumatori americani si sono affrettati. Prima che il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano —quelli veri — costino circa 45 dollari al chilo, hanno pensato bene di farne scorta.
Nell’ultima settimana, fa sapere la Coldiretti, gli acquisti delle preziose forme sono triplicati, registrando un +220% delle vendite negli Stati Uniti. La stima è stata presentata dall’associazione di agricoltori al Forum dell’agroalimentare a Cernobbio, dove è stato ribadito quanto i dazi imposti dall’amministrazione Trump, che scatteranno dal 18 ottobre, andranno a danneggiare i nostri prodotti. Per contro, i superdazi andranno ad alimentare il mercato del falso, quei famigerati «Parmesan» e «Mozzarilla» che della materia prima e della «mano» italiana non hanno proprio nulla. Fino a 24 miliardi: a tanto, le tariffe doganali, spingeranno il fatturato delle imitazioni.
Intanto, dal 4 ottobre giorno in cui è stata pubblicata la black list dei prodotti colpiti dalla tassazione americana, va avanti la Coldiretti, «consumatori e ristoratori statunitensi stanno facendo man bassa di formaggio italiano in vista dell’aumento tariffario previsto dal Dipartimento del Commercio statunitense (USTR) del 25% sul Parmigiano e su altre specialità tricolori». Il dazio per il Parmigiano e per il Grana passerà in particolare dagli attuali 2,15 dollari al chilo a circa 6 dollari al chilo. Il risultato è che «ogni camion carico di formaggio costerà fino a 80mila dollari in più di quanto è stato finora», secondo l’associazione statunitense degli importatori di prodotti lattiero caseari, mentre «il consumatore americano lo dovrà acquistare sullo scaffale ad un prezzo che passa dagli attuali circa 40 dollari al chilo ad oltre i 45 dollari, con un probabile effetto di contenimento dei consumi».
La guerra commerciale, scatenata dalla ritorsione americana contro l’appoggio europeo ad Airbus preoccupa dunque gli agricoltori. Questi lamentano, tra l’altro, il fatto che a subire maggiormente gli aumenti sia l’Italia, quando il nostro Paese nella disputa — che interessa soprattutto Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna — non c’entra proprio nulla. Ma la misura, denunciano, pare sia stata esplicitamente richiesta dalla lobby dell’industria casearia statunitense. Che così può vendere sostanzialmente dei prodotti «truffa» che confondono il consumatore.
Tali prodotti sono esposti a Cernobbio sulla Tavola del falso Made in Italy. Lì, insieme al Parmesan, si trovano anche il Romano cheese, l’Asiago cheese, la Crescenza Stracchino o il Provolone Cheese Organic. «Ma il problema— spiega il presidente di Coldiretti Ettore Prandini — riguarda tutte le categorie merceologiche» come il vino Chianti prodotto in California o il Marsala, il San Marzano nella versione sugo di pomidoro - Arrabbiatta sauce o pomidori pelati, l’olio Pompeian made in Usa, i salumi più prestigiosi, dalle imitazioni del Parma e del San Daniele al Calabrese salame, Salame toscano o addirittura la Finocchiona o la Soppressata. Ma ci sono anche il Classico traditional basil pesto o il latte Tuscan- fat free milk.