Marelli, c’è la firma Cassa per 910 Solo la Fiom dice no
Alla Marelli c’è l’accordo sulla cassa integrazione ordinaria per 910 lavoratori. Seppur con una «mezza» firma della Fiom, che al tavolo separato ha detto sì solo all’ammortizzatore sociale che interessa i 280 operai su 350 nel sito di Crevalcore. Ma non per la sede di Bologna, dove saranno coinvolti 630 tecnici e ingegneri su 800 del centro ricerca e sviluppo che progetta il futuro del gruppo. L’intesa è stata siglata da Fim, Uilm e associazione quadri, e come si diceva, dalla Fiom per Crevalcore, che invece all’ex Weber ha fatto 4 ore di sciopero.
Il ricorso alla «cassa» è stato motivato dall’azienda — la giapponese controllata da un fondo americano Calsonic Kansei — con il calo dei volumi produttivi a Crevalcore e per le cancellazioni di progetti da parte di alcuni dei principali clienti su Bologna. «La Fim ha ottenuto precise garanzie — spiega Massimo Mazzeo della segreteria metropolitana delle tute blu Cisl –: l’anticipazione delle spettanze a carico Inps da parte dell’azienda, una media settimanale di 1,5 giorni di cassa integrazione per Bologna, una settimana in ottobre e una in novembre per Crevalcore». Per le due sedi è stato stabilito che al superamento delle giornate di cig di oltre 10 giorni sarà garantita la maturazione dei ratei ferie o permessi e il Tfr così come si è concordato che, in caso di richiamo al lavoro, il preavviso sia almeno di 24 ore. Elementi che, «senza alcun riferimento al contratto specifico di lavoro non siglato dalla Fiom — rivendica Simone Selmi dal sindacato operaio della Cgil — hanno convinto a firmare anche noi. Su Bologna, appena finiremo l’esame congiunto, decideremo». «Abbiamo fatto — aggiunge Mazzeo — quello che un sindacato responsabile deve fare: garantire ai lavoratori le migliori condizioni rispetto agli scenari senza il vincolo, per l’azienda, di un accordo». «Non nascondiamo — conclude — una seria preoccupazione per la situazione aziendale che sta subendo pesantemente le incertezze legate all’elettrificazione e la contrazione dei volumi del settore che deve capire quale direzione prendere».
Anche per questo, attraverso le segreterie nazionali, tutti i sindacati hanno inoltrato richieste ufficiali al gruppo Marelli per fissare quanto prima un incontro per approfondire piano industriale e strategie future. In attesa, e subito dopo il tavolo sull’automotive che si terrà al Mise venerdì 18, azienda e sindacati sono stati convocati il 25 ottobre per un’udienza conoscitiva in Comune.