Ora anche la Lega vuole aumentare gli stipendi ai sindaci
Dopo i parlamentari del Pd e dopo l’Anci ora anche la Lega si muove in Parlamento per aumentare le indennità dei sindaci dei piccoli Comuni fino a 15mila abitanti. Ad annunciarlo è il parlamentare della Lega, Jacopo Morrone, ex sottosegretario nel primo governo Conte che annuncia un disegno di legge sul tema per garantire un’indennità minima ai primi cittadini.
«Quella dei sindaci, con l’aumento delle indennità per i piccoli Comuni, è una battaglia sacrosanta. Sono contento che Virginio Merola lanci di nuovo un appuntamento per parlare dei problemi delle istituzioni locali». Il primo cittadino di Parma, Federico Pizzarotti, è da sempre in prima linea nel chiedere maggiori risorse e attenzione per il ruolo svolto dai piccoli amministratori: dopo gli esordi nel M5S, ha lasciato il Movimento per fondare l’Italia in comune, dai più definito «il partito dei sindaci» e sposa quanto ha intenzione di chiedere l’Anci Emilia-Romagna sugli stipendi percepiti dagli eletti nelle realtà dai mille ai tremila abitanti, come già chiedeva una proposta di legge ferma in Parlamento.
Pizzarotti, con il taglio dei parlamentari anche le indennità dei primi cittadini sono tornate alla ribalta.
«Continuo a essere d’accordo sulla richiesta di alzare gli stipendi ai sindaci dei piccoli Comuni. Si tratta di situazioni dove ci sono anche pochissimi dipendenti e spesso chi amministra sopperisce a quella carenza. Molti non ci pensano ma alcuni miei colleghi si occupano di cambiare il lumino di un cimitero o si impegnano nel rifacimento di una strada. Purtroppo un clima politico sbagliato ha portato a demonizzare chi amministra, ritenendolo inutile e un peso. Penso per esempio al
” La proposta di Merola Sono contento che Virginio abbia lanciato un incontro sul tema, ma serve fare sistema per ottenere un risultato positivo
taglio degli assessori: si tratta di figure al servizio dei cittadini. E potrei andare avanti con le province».
Una riflessione sui territori e chi li amministra che sabato il Pd farà a Bologna. Cosa ne pensa di quanto espresso dal sindaco Merola che ha parlato di «indennità vergognose»
” La narrazione capovolta Un clima politico sbagliato ha portato a demonizzare a prescindere chi amministra ritenendolo inutile o un peso
e di questo appuntamento per rilanciare «l’autonomia dei territori»? È stato invitato?
«Dovrei controllare l’email, potrebbe anche essere arrivato qualcosa… Non è la prima volta che Merola organizza appuntamenti di questo tipo, che purtroppo sono spesso rimasti inascoltati e isolati. Sarebbe utile metterli a sistema per ottenere qualcosa di positivo».
Secondo lei si tratta solo di un problema economico?
«Direi di no, si tratta anche della possibilità di dare agli amministratori più scelta. A volte non si tratta di aumentare i fondi a disposizione ma di permettere di trovare all’interno dei bilanci la possibilità di scegliere, anche allo stesso costo. E questo deriva dalla mentalità che ha criminalizzato a prescindere chi amministra. Bisogna invertire questo racconto».
Sembra di capire che lei non fosse favorevole al taglio dei parlamentari.
«Non ero d’accordo e continuo a non esserlo, al contrario di chi è entrato nella maggioranza di governo. Sulle cifre del risparmio si litiga ma non cambia la sostanza per il bilancio statale. Il vero tema è quanti lavorano, perché se Matteo Salvini per un mese non si presenta in Senato, o fa lo stesso qualche altro parlamentare, significa che anche facendone rimanere meno risulterebbe tutto inutile».
Cosa pensa del suo collega di Ferrara, Alan Fabbri, criticato per aver adeguato lo stipendio della sua giunta, aumentandolo del 10% rispetto a quella precedente?
«All’inizio del mio primo mandato a Parma decidemmo di decurtarci l’indennità del 10%, per lanciare un segnale alla città a fronte degli 800 milioni di euro di debito dell’amministrazione. Oggi quel buco è ripianato per il 60% e vista l’esiguità della decurtazione l’abbiamo tolta. Quando sono arrivato ho tenuto il compenso dei miei predecessori, non mi sono mai informato sulle possibilità che avevo. Diciamo che la polemica a Ferrara forse è strumentale ma è anche vero che prima di quel provvedimento un’amministrazione da poco insediata avrebbe potuto pensare ad altro».
Ci avviciniamo alle elezioni Regionali. Ha visto che il M5S sembra intenzionato a far votare su Rousseau la possibile alleanza con il Pd e la candidatura di Stefano Bonaccini?
«Confermo il concetto che ho espresso molte volte. Serve coerenza e Pd e M5S non ne hanno se ripensano a quanti attacchi, tra l’altro molto duri, si sono fatti. La somma non basta per fare un’alleanza. Ma credo anche che le imminenti elezioni in Umbria offriranno un ulteriore cambio di scenario. Quindi faccio il mio percorso e vedremo».