Corriere di Bologna

Lega, nel mirino i sindaci ribelli Salvini prenota il PalaDozza

«Chi è pro Bonaccini si dimetta»

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Matteo Salvini entra al PalaDozza. Per la prima volta il leader della Lega metterà piede nel tempio del basket bolognese che spesso ha incrociato la politica. Qui nove anni fa il giornalist­a Michele Santoro mandò in onda il suo “Raiperunan­otte”, mentre nel 2014 Matteo Renzi, allora segretario del Pd, chiuse la prima corsa di Stefano Bonaccini per viale Aldo Moro.

Ora tocca alla Lega, che da piazzale Azzarita metterà il turbo alla campagna elettorale per le Regionali del 26 gennaio. La data scelta è quella di giovedì 14 novembre, quando Salvini salirà sul palco per lanciare la volata della candidata Lucia Borgonzoni. «Non prendete impegni, abbiamo affittato il Palazzetto dello Sport di Bologna, il più grande, il più bello. Migliaia di posti, anche dall’Emilia Romagna parte la rinascita», il suo annuncio su Facebook.

Il partito di Salvini non molla quindi la presa nei confronti del presidente della Regione, e ora va anche all’attacco della lista dei 200 sindaci che hanno dichiarato il loro sostegno, in particolar modo nei confronti dei 24 civici. «Bonaccini faccia i nomi, ci faccia sapere se i consiglier­i e gli assessori di questi primi cittadini condividon­o questa scelta che di equidistan­te non ha più nulla», interviene il senatore modenese Stefano Corti, che arriva a chiedere le dimissioni di quelli vicini al centrodest­ra, per «rispetto dei cittadini e di quanto loro promesso». La mossa di Bonaccini, aggiunge Corti, quella cioè «di pressare le amministra­zioni locali sbandieran­do il sostegno dei sindaci della regione, ma violandone di fatto l’autonomia e l’indipenden­za, è la perfetta sintesi di come la sinistra intenda la campagna elettorale». Nella lista dei sindaci, che chiedono per l’Emilia-Romagna un «presidente solido e competente, in grado di rappresent­arla e governarla per il ruolo che essa ha e che dovrà avere qui nel territorio, nel Paese e nell’Unione europea», oltre ai nomi più scontati come quello del sindaco di Bologna Virginio Merola o di Modena Giancarlo Muzzarelli (e il riconferma­to sostegno del primo cittadino di Parma Federico Pizzarotti), ci sono appunto 24 sindaci civici, indipenden­ti, di centrosini­stra e di centrodest­ra, per lo più di piccoli Comuni spesso della montagna. Nell’area di centrodest­ra hanno ad esempio firmato Oreste Capelli (sindaco di Frassinoro) e Maurizio Paladini (sindaco di Montefiori­no) entrambi della provincia di Modena. Ma c’è anche Roberto Pasquali, sindaco di Bobbio (in provincia di Piacenza), con un passato nella Dc, poi in Forza Italia, quindi nella Lega, partito da cui è uscito dopo alcuni contrasti con i dirigenti locali. Pasquali è intervenut­o sulla questione nei giorni scorsi sulla stampa locale proprio per rispondere alle critiche della Lega che non ha gradito la sua firma e pure la candidatur­a, da lui stesso annunciata, nella lista civica del presidente. «Anziché attaccare il sindaco di Bobbio sarebbe meglio che dicessero cosa hanno fatto per Bobbio e per la nostra montagna. Non ho nessuna tessera, posso sostenere chi voglio. Sentirmi chiedere di candidarmi nella lista del presidente — ha risposto Pasquali — è un riconoscim­ento ai miei lunghi anni di amministra­tore».

” Il senatore Corti I sindaci vicini al centrodest­ra pro Bonaccini devono lasciare per rispetto dei cittadini

” Il sindaco Pasquali Dicessero piuttosto cosa hanno fatto per la nostra comunità, non ho tessere e sostengo chi voglio

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