Il sindaco in bicicletta che guadagna 431 euro: faccio anche lo psicologo...
Alberto Baldazzi è il sindaco di Castel del Rio, il comune più piccolo dell’area metropolitana bolognese. «Faccio di tutto, anche lo psicologo, per la mia gente. Scriverò al presidente della Repubblica».
Alberto Baldazzi è il sindaco di Castel del Rio, il comune più piccolo dell’area metropolitana bolognese. Con i suoi 1240 abitanti, fa parte del circondario imolese. I suoi concittadini, gli alidosiani, lo chiamano per nome: «Albérto. Alla romagnola, con la “e” stretta». Rieletto nel 2016 con una lista civica appoggiata dal centrosinistra e direttore volontario del Museo della Guerra Linea Gotica («dove faccio anche i biglietti e pulisco le scale»), per muoversi usa la bicicletta: «Rigorosamente elettrica, ho troppe cose da fare».
È giusto aumentare le indennità dei sindaci dei piccoli Comuni?
«Sacrosanto. Scriverò al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Non è per lo stipendio, me lo faccio bastare. Ma per quella indecorosa apoptosi (morte programmata, ndr) amministrativa con cui, a fasi alterne, l’apparato centrale tenta di emarginarci, accorpandoci o riducendo risorse. Siamo le figure a cui i cittadini fanno riferimento».
La sua indennità?
«431 euro netti. Dimezzata per legge perché ho un altro
lavoro. Contratto part time nell’ufficio acquisti di una azienda, 1.700 euro al mese».
La sua giornata tipo?
«Mattina, sabato compreso, in Comune; pomeriggio al lavoro. Colazione in piazza e poi il giro, utilissimo, per rilevare eventuali problemi. La percezione del cittadino non è mai sulla grande opera, ma sulla dimensione quotidiana. L’ascolto, che rientra fra i miei doveri, va svolto con cura».
Su cosa chiedono attenzione i cittadini?
«Controversie di vicinato, il fosso da sistemare, la difficoltà di raggiungere casa nei giorni di mercato, il verde, la manutenzione, l’illuminazione, l’aiuto agli anziani».
Quanti sono i dipendenti comunali?
«Nove: un geometra, gli impiegati di Urp, anagrafe, ufficio scuola e servizi sociali, tre cantonieri, un vigile urbano e la ragioniera».
La maggiore difficoltà?
«Essere ignorati. Le Regioni sono dei carrozzoni mentre i Comuni, con i trasferimenti statali ridotti, raggiungono livelli straordinari di efficienza. Senza la sanità, l’Emilia-Romagna costa oltre 8 miliardi l’anno; Castel del Rio 1 milione 200 mila euro. L’attività del Comune si autofinanzia in larga parte con Imu e Tari. Attraverso il prelievo su seconde case e attività produttive trasferiamo una quota della ricchezza a Roma. È un po’ come se un imprenditore dicesse al dipendente che lavora bene: “Mi dai 50 euro, per cortesia?”».
Ci sarà un lato positivo...
«Ci conosciamo tutti, ci diamo del tu. I cittadini segnalano, chiedono consiglio. C’è chi mi racconta le traversie sentimentali. E il sindaco diventa un po’ psicologo».
Il dovere che ama di più?
«Durante la bella stagione, quando è pieno di turisti, controllo ogni cassonetto per assicurarmi che la raccolta dei rifiuti funzioni».
Andrà all’incontro di sabato con Merola?
«Bene l’incontro. Ma penso ci sarà bisogno di me in Comune».
” Sacrosanto aumentare le indennità, scriverò al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella