Il piano 2020 di Carisbo
I soci approvano. E c’è anche un lungo capitolo sull’innovazione. L’assemblea dei soci della Fondazione Carisbo ha infatti detto sì al piano 2020. Lì sono contemplati contributi per strutture e progetti dedicati alla prima infanzia, da zero a sei anni, e un laboratorio di innovazione per preparare i giovani alle sfide della rivoluzione digitale.
Il documento ha ottenuto all’unanimità il parere favorevole dell’assemblea. Il piano, che conferma per il 2020 erogazioni per 18 milioni di euro, martedì dovrà ricevere il via libera definitivo del Collegio di indirizzo. Tra le novità anche un bando per l’acquisto di attrezzature mediche. «È stato espresso un apprezzamento per il lavoro fatto, soprattutto per i progetti nuovi che abbiamo e che devono rappresentare una sfida per il futuro, dando prospettive ai nostri giovani», commenta il presidente Carlo Monti.
«Oltre ai bandi classici e agli interventi che la Fondazione ha sempre fatto nel campo del welfare e della cultura, ci sono cose nuove. Come l’attenzione per la prima infanzia», spiega Monti. Particolarmente apprezzato l’intervento dell’imprenditrice Sonia Bonfiglioli, che ha spronato Casa Saraceni a intervenire in un ambito che nei prossimi anni si rivelerà cruro», anche per contrastare l’emergere di nuove povertà, quello della formazione dei giovani all’utilizzo delle nuove tecnologie per sviluppare le competenze che saranno indispensabili a trovare lavoro in un sistema produttivo orientato sempre piu’ all’innovazione. «Abbiamo accolto dei suggerimenti o osservazioni interessanti per il futuciale, riconosce Monti, che annuncia l’intenzione della Fondazione di dare vita a una sorta di «incubatore» (un vero e proprio laboratorio per l’innovazione, che troverà casa in via Emilia Ponente) dedicato ai giovani. L’ente di via Farini, però, non smetterà di occuparsi di povertà.
Non c’e’ solo l’approvazione del documento programmatico all’ordine del giorno del prossimo. L’organo strategico di della Fondazione proverà infatti a chiudere il capitolo della spinosa questione della durata del mandato del presidente onorario (oggi è Gianfranco Ragonesi dal 2018) Il tema è stato sollevato nell’assemblea dei soci dall’ex presidente Leone Sibani: è lui che ha chiesto «chiarezza». «L’attuale presidente onorario — spiega Monti — fu nominato quando lo Statuto prevedeva che la durata fosse di quattro anni, mentre nel nuovo regolamento si parla di sei. Il Collegio di indirizzo, che è l’organo competente, deciderà».