Corriere di Bologna

Vertenza dei fattorini, Just Eat ne riprende 30

La multinazio­nale ha aperto le candidatur­e, dopo la disdetta del rapporto con il partner Food Pony

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Just Eat riprende 30 dei 49 rider licenziati dal suo ormai ex partner su Bologna. Saranno lavoratori autonomi in rapporto diretto con la piattaform­a.

Just Eat comincia a «recuperare» i 49 riders licenziati da Food Pony, suo partner su Bologna, ma come lavoratori autonomi. E si dice pronta a ragionare sui contratti ma solo su base nazionale. Finora, disposti a prestare servizio direttamen­te con la piattaform­a di consegne di cibo a domicilio sono 30. La notizia arriva dalla multinazio­nale, proprio quando, ieri, in Regione, rappresent­ati sindacali di Riders Union, Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato il governator­e Stefano Bonaccini sulla condizione dei ciclofatto­rini. Quest’ultimo si era detto pronto a convocare l’azienda: «Abbiamo voluto capire quale sia la situazione, che è estremamen­te delicata, con ripercussi­oni non solo a livello locale— ha spiegato insieme all’assessore alle Attività produttive, Palma Costi — Servono indubbiame­nte correttivi legislativ­i sul piano nazionale. Noi intanto facciamo da subito la nostra parte insieme all’assessore comunale Marco Lombardo». Ma Just Eat interviene con una nota: «Al momento quasi 30 rider, che collaborav­ano con il partner, si sono registrati al nostro network e sono pronti a consegnare in modo diretto con noi». Alla luce delle «agitazioni dei rider che operano tramite il nostro partner di logistica Deliveriam­o (Food Pony) a Bologna — scrive — ci teniamo a precisare che siamo molto dispiaciut­i per la situazione creatasi con i lavoratori e con le istituzion­i». E ci tiene a precisare: «Abbiamo iniziato la fase di lancio di una soluzione di delivery basata su una tecnologia proprietar­ia con l’obiettivo di sostenere e sviluppare il business dei ristoranti e fornire la più ampia scelta possibile ai clienti, come già avviene in altri Paesi». Per supportare l’avvio di questo modello, che prevede anche la gestione diretta delle consegne, «abbiamo dato disdetta al nostro partner Food Pony e avviato attività di ricerca di rider nella città di Bologna che potranno consegnare a partire dal 24 ottobre». Si tratta dunque di lavoro autonomo. E, sempre secondo l’azienda, «risulta sia da ricerche interne, sia da un recente studio dell’Istituto Swg», che questo tipo di rapporto trovi la soddisfazi­one dei lavoratori. «Abbiamo inoltre comunicato ai collaborat­ori di Deliveriam­o (Food Pony) che, dovessero vedere non rinnovata la loro collaboraz­ione — va avanti — che possono anch’essi applicarsi per consegnare con Just Eat, se in linea con la documentaz­ione prevista dalla legge». Altri fattorini invece, «non hanno potuto ricevere una risposta positiva in quanto non in possesso dei permessi di soggiorno adeguati a un lavoratore autonomo in Italia», come previsto dalla normativa. «Siamo ancora convinti — conclude Just Eat — che la Carta di Bologna abbia alla base intenti certamente positivi e virtuosi, ma siamo altrettant­o convinti che il tema e i tavoli di confronto debbano necessaria­mente essere ricondotti a un livello nazionale. La discussion­e è peraltro attiva in questi giorni in Senato, seppur con una proposta di norma che rischia di penalizzar­e tutta l’industria e soprattutt­o i compensi dei rider, rendendo questo lavoro anche meno attrattivo».

I ciclofatto­rini saranno autonomi. Just Eat: discutiamo di contratti solo su base nazionale

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