Ucciso dal figlio con i farmaci, archiviato l’amico infermiere «Non fu lui a procurargliele»
Omicidio Masetti, Francesco rubò le medicine in ospedale
Va in archivio la triste e a tratti romanzesca vicenda legata all’omicidio di Antonino Masetti, il 70enne morto il 4 novembre 2018 nella sua casa, dopo un ricovero in ospedale, a causa di un mix di potenti farmaci somministrati di nascosto dal figlio Francesco, a sua volta deceduto il 21 novembre 2018 con ogni probabilità suicida in un incidente stradale quando ormai era indagato per l’omicidio del genitore.
Il gip Francesca Zavaglia, ha archiviato il fascicolo sull’omicidio di Masetti senior nel quale era indagato anche un infermiere 57enne amico di Francesco, inizialmente accusato di concorso nel delitto per avergli procurato alcune medicine ma, si è stabilito poi dalle indagini della Mobile coordinata dal pm Antonello Gustapane, non quelle usate per uccidere. Per quanto riguarda l’infermiere, difeso dall’avvocato Guido Magnisi, gli investigatori hanno riscontrato che aveva ceduto farmaci, fiale di adrenalina ed atropina, al figlio della vittima, perché convinto fosse laureato in Medicina, e che sarebbero serviti a migliorare le precarie condizioni di salute del padre, ma la circostanza risale a più di un mese prima della morte di Antonino Masetti e quindi non c’è alcuna incidenza causale con il suo decesso. A carico del 48enne, inoltre, non è emerso un movente plausibile. «È una archiviazione articolata e completa — ha commentato l’avvocato Magnisi — che tocca ogni possibile prospettazione giuridica». L’infermiere rimane però indagato per peculato in un altro procedimento, proprio sulla vicenda dei farmaci consegnati all’amico poi suicidatosi.
Secondo il giudice Masetti junior, che in passato arrivò a intrufolarsi al Sant’Orsola per svolgere un tirocinio senza alcun titolo, con ogni probabilità si impossessò delle medicine poi risultate fatali al padre nello stesso ospedale in cui lavorava l’amico infermiere, forse approfittando del fatto che fossero incustoditi. Del resto era molto conosciuto in quell’ospedale e aveva fatto credere a tutti, padre e familiari compresi, di essere ormai a un passo dalla laurea, quando in realtà non aveva dato esami.
Secondo le indagini fu proprio questo il movente del delitto. Era arrivato a fissare anche la data della discussione della tesi ma a ridosso il padre scoprì la verità e i rapporti tra i due si deteriorarono. Proprio il giorno prima della falsa data della proclamazione, il 70enne fu ricoverato una prima volta. In questo momento iniziarono i sospetti della cugina che ricevette la confidenza del padre e innescò le indagini.