Corriere di Bologna

Giacobazzi si racconta «Adoro il mio doppio In scena gioie e paure»

Il comico al debutto domani: sold out e bis di date

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«Io e lui? Oramai siamo una coppia di fatto». Il problema, esattament­e, è capire chi in quel momento sta parlando. Andrea Sasdelli, nome all’anagrafe, o quello d’arte Giuseppe Giacobazzi? Una battaglia. Domani sera Giuseppe Giacobazzi, l’attore, il comico romagnolo, inaugura la stagione del Teatro Celebrazio­ni di via Saragozza con il nuovo Noi Mille volti e una bugia. Un successo annunciato. Alle 12 repliche previste, infatti, ne sono state aggiunte altre due. A grandissim­a richiesta (il calendario da domani al 27 ottobre, dal 30 ottobre al 3 novembre, dal 6 al 10. Info 051/4399123). L’uomo e la maschera è anche il tema dello spettacolo dal titolo di ispirazion­e pirandelli­ana. Bene o male, il «duo» convive da 25 anni. Avventure, aneddoti, gioie, malinconie: questo e altro saranno sviscerati sul palcosceni­co, e la cosa in fondo riguarda tutti noi. Noi che siamo passati dal negozietto sotto casa alle app o dai primi cellulari che sembravano citofoni agli smartphone più futuribili. Tutto sarà passato al setaccio. Come allo specchio. O davanti a un ritratto che invecchia.

Dobbiamo chiamarla Giuseppe Giacobazzi o Andrea Sasdelli?

«Faccia lei, io so che facciamo le nozze d’argento e nel frattempo è cambiato il mondo».

Ci racconti un po’ come avete passato questi 25 anni insieme.

«Come tutte le coppie, a volte si va d’accordo, a volte si litiga. Solo che la maschera rimane giovane, inattaccab­ile, mentre io invecchio. Ti metti a nudo, parli delle tue incertezze, alla fine scopri che siamo tutti messi così e allora, mal comune, mezzo gaudio. È la vita e va vissuta. Per questo non ho lasciato fuori nulla. Racconto le paure, le angosce, le stupidaggi­ni, le gioie. Tutto. Come nel salotto di casa davanti agli amici».

Sarà anche un salotto, ma è enorme, viste le date aggiunte a grande richiesta e la capienza di un teatro come il Celebrazio­ni. Se l’aspettava?

«Sono sincero: no. Anche il precedente andò benissimo, eppure fino al giorno prima mi sembrava di aver fatto un salto nel vuoto».

Cosa ricorda dei primi tempi?

«Avevo già 30 anni, ma la maschera nacque a metà anni ‘80, subito dopo il servizio militare, in una delle radio libere locali di quei tempi. La radio ispirava. Poi cominciai col Costipanzo Show invitato da Duilio Pizzocchi e andò bene. Anche troppo. Tanto che Giuseppe Giacobazzi diventò ospite fisso. Credo di essere stato fortunato perché ho sempre trovato gente carina e non faticai a trovare un buon equilibrio».

Giacobazzi farà 14 repliche al Celebrazio­ni, Gianni Morandi, poco dopo, 21 date al Duse: due emiliano romagnoli fanno il pieno «in casa»: ci ha mai pensato?

«Sì, ma andiamoci piano. Nessun paragone. Gianni è un gigante».

È nato ad Alfonsine, ma si è trasferito con la famiglia a Borgo Panigale da bambino: quanta Bologna c’è in questo nuovo spettacolo?

«In verità non molto in senso stretto. Qui c’è molta vita vissuta, quella mia e di tutti noi. Ci sono più rimandi letterari rispetto al passato, da Pirandello a Wilde, che di maschere se ne intendevan­o e mi hanno aiutato a parlare della nostra doppiezza più o meno invadente, dipende. S’intravvedo­no anche Hornby e Orwell. Però Bologna c’è nel profondo. La si ritrova nell’amico che incontri dopo tanto tempo in centro, o quello con cui fai tardi. Sullo sfondo c’è sempre. I bolognesi questo lo sanno e lo amano».

In ultima analisi, che ne sarà del leggendari­o poeta vinificato­re?

«Ah, quello comparirà come un ologramma».

Al Celebrazio­ni

L’attore festeggia le nozze d’argento con la maschera creata in un finto talk show

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In scena Andrea Sasdelli, in arte Giacobazzi. L’artista è nato da Alfonsine

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