Corriere di Bologna

L’autonomia approda in Consiglio dei ministri Ma spunta l’ostacolo Renzi

Boccia porta la legge quadro in Cdm. Il leader di Italia Viva si smarca: «Voglio vedere Conte»

- Di Marina Amaduzzi

La legge quadro sull’autonomia è approdata ieri sera in Consiglio dei ministri. Anche se sui tempi di approvazio­ne ci sono ancora incertezze. Sul testo messo a punto dal ministro per gli Affari regionali Boccia, che ha trovato l’accordo delle Regioni, si sono messi di traverso il Movimento 5 Stelle e i renziani di Italia Viva.

La legge quadro sull’autonomia è approdata ieri sera in Consiglio dei ministri. Anche se sui tempi che dovrà seguire l’iter di approvazio­ne ci sono ancora elementi di incertezza che forse solo in nottata sono stati dissipati. Come noto infatti sul testo messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, il dem Francesco Boccia, che ha trovato l’accordo delle Regioni, si sono messi di traverso il Movimento 5 Stelle e i renziani di Italia Viva. Entrambi contrari che sia presentato come emendament­o alla legge di Bilancio. «Per me bisognereb­be accelerare», ha detto invece il governator­e Stefano Bonaccini che si candida per un nuovo mandato il 26 gennaio. «Mi auguro che si riesca a trovare una cornice condivisa come il governo ha proposto — ha aggiunto Bonaccini —. Poi c’è un elemento che riguarda le forze politiche di maggioranz­a, io sono tra quelli che pensano che bisognereb­be accelerare e non frenare, posto che questa cornice garantisce chiunque a non temere che gli venga sottratto qualcosa».

Come detto, c’è invece chi frena, o ci prova. Il testo della legge quadro, nelle ambizioni del ministro e del Pd, punta a entrare in manovra sotto forma di emendament­o. L’obiettivo è quello di chiudere la cornice normativa con la legge di bilancio per partire con il lavoro attuativo a gennaio. Prima, fra le altre cose, delle elezioni in Emilia Romagna. L’alternativ­a è presentare un decreto a gennaio. «La proposta non è condivisa con il Parlamento, il governo e Boccia si fermino su questa assurda proposta», aveva detto il M5S Luigi Gallo, presidente della Commission­e Cultura della Camera, «nessun blitz verrà accettato». Insomma, un problema più di metodo che di merito, condiviso anche dai renziani. Il capogruppo dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone, aveva chiesto di voler «prima vedere i testi» ribadendo anche lui, però, che «sicurament­e» la legge quadro «non potrà essere affrontata» con la manovra all’esame in queste ore proprio di Palazzo Madama. Il leader Matteo Renzi ha invece detto di «voler vedere Conte». Già alla vigilia insomma era chiaro che il Cdm non sarebbe forse potuto andare molto oltre un esame del testo. E ieri c’era chi ricordava che il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Inca ha già convocato per domani un vertice di maggioranz­a ad hoc sull’autonomia.

Il testo della legge quadro è pronto. Mancano solo i dettagli dell’articolo 3 concordati con i presidenti e che gli uffici stanno coordinand­o, compresi i 3,4 miliardi in 10 anni del fondo di perequazio­ne infrastrut­turale. Bonaccini punta ad accelerare, visto che il testo raccoglie la «filosofia» che ha sempre avuto l’Emilia-Romagna. «A me non interessa avere un solo euro in più ma che, come la Costituzio­ne prevede, ci garantisca­no che per quella parte di competenze possiamo gestire noi le risorse», ha ricordato ieri, «e poi sulla scuola abbiamo una proposta molto diversa da Lombardia e Veneto, non vogliamo la scuola regionale, non vogliamo gli insegnanti dipendenti della Regione». «L’autonomia differenzi­ata che abbiamo chiesto — ha proseguito il governator­e — è molto equilibrat­a, rispettosa del dettato costituzio­nale. Non farò sconti a nessun governo dal punto di vista politico perché rappresent­o un’istituzion­e e non una parte, ma mi pare che il lavoro del ministro Boccia sia stato un lavoro molto importante e secondo me siamo vicini alla meta. Poi si tratta di definire i tempi. Io ero tra quelli, inascoltat­i, che aveva posto il tema della definizion­e dei Lep, i livelli essenziali di prestazion­e, e dei fabbisogni standard che sono la premessa per non spaventare nessuno, ma secondo me bisogna accelerare».

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Ministro Francesco Boccia
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