Via libera all’aumento dell’indennità per i sindaci «piccoli»
I sindaci dei comuni fino a 3.000 abitanti dall’anno prossimo riceveranno un’indennità maggiorata. Dopo l’accordo raggiunto la scorsa settimana a Palazzo Chigi in un incontro tra il premier Giuseppe Conte e i sindaci, la notte scorsa il governo nella redazione del decreto fiscale ha inserito l’emendamento presentato dal Pd, primi firmatari Claudio Mancini, Serse Soverini e il presidente dell’associazione Ali Matteo Ricci, sindaco di Pesaro. Emendamento votato all’unanimità in Commissione Finanze alla Camera.
«Finalmente abbiamo dato dignità ai sindaci dei piccoli comuni», esulta Soverini. Una battaglia vinta dall’Anci, l’associazione nazionale comuni italiani. Il decreto modifica l’articolo 82 del testo unico sull’ordinamento degli enti locali introducendo un comma che stabilisce che «l’indennità di funzione spettante ai sindaci dei comuni fino a 3.000 abitanti è incrementata fino all’85% della misura dell’indennità spettante ai sindaci dei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti». Vengono quindi accorpate le due fasce di indennità per i sindaci dei comuni fino a 1000. e da 1.001 a 3.000 abitanti, assegnando loro un’indennità netta di 1.437,35 euro al mese. Per concorrere alla copertura dei maggiori costi il ministero dell’Interno istituirà un fondo di 10 milioni di euro a partire dal 2020.
«Un riconoscimento — aveva detto giovedì della scorsa settimana Andrea Gnassi, il sindaco di Rimini alla guida dell’Anci Emilia-Romagna — del ruolo sempre più di primo piano dei sindaci, a prescindere dalle dimensioni del Comune». «un atto «doveroso», aveva aggiunto Gnassi, «nei confronti dei pri- mi cittadini delle realtà più piccole a cui spetta un’indennità dignitosa, ma soprattutto è un passo avanti verso una presa d’atto da parte del governo centrale della necessità di conferire una sempre maggiore autonomia e capacità di azione agli enti locali».