Corriere di Bologna

Carenza abitativa, Lepore: «Non è regolando l’home sharing che si risolve tutto» E intanto gli host premono per una revisione della Tari e della tassa di soggiorno «Casa, serve una legge regionale»

- Mauro Giordano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Legare la carenza abitativa a Bologna solo all’aumento del turismo è riduttivo e pensare che regolando l’home sharing e gli affitti brevi si risolva tutto è un’illusione. Durante il nostro mandato c’è stato l’aumento di 15.000 residenti e 4.000 studenti, allo stesso tempo si è costruito e riqualific­ato il 75% in meno rispetto agli anni precedenti a causa della crisi edilizia, senza considerar­e chi continua a tenere degli alloggi vuoti».

A dirlo è l’assessore al Turismo, Matteo Lepore, che durante una commission­e comunale dedicata agli affitti turistici temporanei ha comunque confermato l’intenzione dell’amministra­zione di limitare nei prossimi anni nel centro storico l’apertura di nuove strutture extra alberghier­e sfruttando il decreto Unesco, come già anticipato dal sindaco Virginio Merola. «Come per le licenze di somministr­azione e altre attività si tratterebb­e di un periodo di tre anni — spiega Lepore —. Insieme ad altre città come Firenze stiamo studiando come farlo, riteniamo che il codice identifica­tivo sarebbe lo strumento necessario, ma serve una legge regionale che chiarisca la regolament­azione e speriamo arrivi il prima possibile dopo le elezioni». I paletti secondo l’assessore sono necessari perché «la città non finisce dentro le mura storiche e per questo vogliamo che Airbnb e le altre piattaform­e siano presenti anche nei quartieri e in provincia, nel turismo dobbiamo ragionare su un territorio metropolit­ano da un milione di abitanti».

Proprio nell’ambito della promozione turistica sarà inaugurato il 13 dicembre l’infopoint in piazza del Nettuno che pubblicizz­erà la destinazio­ne naturalist­ica Bologna. E per quanto riguarda le piattaform­e digitali e i tributi dovuti, secondo Lepore «bisogna agire a livello europeo e lo stiamo facendo collaboran­do una rete di un centinaio di città».

Alla commission­e hanno partecipat­o anche le associazio­ni degli host dalle quali sono arrivate alcune richieste, le principali in materia fiscale: passare da un regime di Tari (maggiorata) delle strutture ricettive a quella delle abitazioni residenzia­li; uniformare i due attuali sistemi di riscossion­e della tassa di soggiorno, a fasce (hotel) e a percentual­e (extra alberghier­i). Ma su entrambi i fronti è stato il dirigente di Palazzo d’Accursio, Mauro Cammarata a bocciare le ipotesi. «Nel 2021 con il passaggio alla tariffazio­ne puntuale dei rifiuti cambierà il sistema per tutti – la replica di Cammarata –. Sulla tassa di soggiorno, i nostri sistemi pur diversi sono equi e comunque pensati tenendo presente il prezzo di un pernottame­nto».

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