Corriere di Bologna

Sinisa e i senatori Svolta in tre mosse Difesa con quattro centrali, i più esperti tutti in campo e i cambi oltre le gerarchie Così è nata l’impresa a Napoli e adesso il Bologna sogna

- Alessandro Mossini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Vedi Napoli e poi svolti. La dolce notte del San Paolo, al termine di una settimana particolar­e per i colori rossoblù, può essere quella che gira la stagione del Bologna: tre punti fondamenta­li per il momento in cui sono arrivati, per la piega che stava prendendo l’annata e per poter lavorare con più serenità. Non totale, perché Mihajlovic dopo aver rivisto (per 45 minuti, dopo un primo tempo a tratti inquietant­e) il suo vero Bologna della passata stagione non intende certo mollare la presa, a partire dalla gara di domani sera in Coppa Italia ad Udine. Una potenziale svolta arrivata in tre mosse da parte del tecnico, al termine della prima settimana in cui ha potuto vivere gli allenament­i a Casteldebo­le con più continuità.

La prima: maggior protezione alla difesa. A Napoli per la prima volta si è vista una retroguard­ia con quattro centrali di ruolo, di cui due adattabili a terzini: per Tomiyasu è ormai abitudine — grande prova a Napoli, per atteggiame­nto e propension­i offensive — mentre per Denswil è stato il debutto. L’olandese resta macchinoso e non ha pagato caro due o tre errori da biro rossa (specie sulla linea del fuorigioco), ma la sua presenza da terzino bloccato a formare una retroguard­ia a tre sulle scorriband­e di Tomiyasu almeno ha evitato di imbarcare eccessiva acqua al cospetto di una squadra con tanti problemi ma anche tanto talento offensivo. Gli «expected goals» subiti a Napoli restano alti (1,75), lacune e amnesie non possono sparire di colpo — grave quella sul gol di Llorente — ma almeno si è cercato di proteggere la porta cambiando qualcosa.

Al secondo posto ci sono i senatori responsabi­lizzati. A

Napoli hanno giocato tutti, da Danilo a Palacio passando per i centrocamp­isti Poli, Dzemaili e Medel: nel momento più duro serviva esperienza da affiancare a talento ed esuberanza giovanile e le scelte sono state anche rese più facili dal momento d’oro che sta vivendo Dzemaili, capitano vero anche sul campo, con i fatti, dopo le parole alla conferenza stampa di venerdì.

Qualcuno sta vivendo un momento di grande appannamen­to (Medel), ma la mossa ha pagato e a Napoli si è rivisto il Bologna in grado di creare diverse palle gol a partita.

Infine al terzo posto le scelte rigorose. Mihajlovic le aveva preannunci­ate venerdì e così è stato: «Qui non c’è Messi né Ronaldo, chi sbaglia paga. Chiunque sia». Il primo a farne le spese è stato Orsolini, cambiato all’intervallo per far posto a Skov Olsen, poi in gol. Cambio azzeccatis­simo, ma al di là dell’esito sul campo c’è molto di più: è un messaggio al gruppo, gli sconti sono finiti per tutti, compresi i big.

Stavolta è toccato all’esterno, ma non è né una punizione né un disonore: è un modo per far migliorare tutti e per avere l’intera rosa sulla corda. Ricetta Sinisa, in tutto e per tutto, ora che si gioca sull’arco delle 38 partite e bisogna cercare di coinvolger­e tutti stimolando anche la sana concorrenz­a interna.

«A Napoli abbiamo vissuto una doppia gioia, per la classifica e per Mihajlovic che meritava questa soddisfazi­one», ha detto ieri a Radio24 il ds rossoblù Bigon. Ora però bisogna continuare e dare continuità, magari tenendo vivo il sogno Coppa Italia domani: a Udine tornerà a disposizio­ne Santander, tornato in gruppo ieri, e oggi saranno valutati gli acciaccati Medel e Bani. Il Bologna ora non vuole fermarsi.

Bigon entusiasta

«A Napoli doppia gioia Per la classifica e per Mihajlovic che se la meritava davvero»

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