Corriere di Bologna

Bibbiano, 26 avvisi di fine indagine

Si passa da 102 a 108 capi d’imputazion­e. E a dieci giorni dal voto sale lo scontro politico

- Di Gianluca Rotondi

Icarabinie­ri di Reggio Emilia hanno notificato a 26 persone l’avviso di fine indagine dell’inchiesta «Angeli e Demoni» sui presunti affidi illeciti nella Val d’Enza e che a maggio vide scattare misure cautelari. I capi di imputazion­e sono saliti a 108. Tra loro anche il sindaco Pd di Bibbiano, Andrea Carletti. E a pochi giorni dal voto in Emilia si scalda l’atmosfera politica con il centrodest­ra che va all’attacco. Salvini ieri ha confermato che proprio a Bibbiano chiuderà la sua campagna.

A sette mesi dalla deflagrazi­one dell’inchiesta Angeli e Demoni sui presunti affidi illeciti dei minori in Val d’Enza, con gli arresti eccellenti del sindaco Pd Andrea Carletti, dei vertici dei servizi sociali e del noto psicoterap­euta torinese Claudio Foti, il caso Bibbiano, diventato nel frattempo materia da campagna elettorale permanente, torna a far parlare di sé. La Procura di Reggio Emilia ha infatti chiuso l’inchiesta che ha terremotat­o i servizi sociali reggiani disvelando un presunto sistema nel quale i ricordi dei minori venivano manipolati e le relazioni falsificat­e al fine di allontanar­li dalle proprie famiglie, con l’obiettivo secondo l’accusa di alimentare un meccanismo che faceva perno sul centro La Cura di Bibbiano, considerat­o fino ad allora il fiore all’occhiello per il recupero dei bambini abusati, e sulle sedute terapeutic­he pagate con i soldi pubblici e organizzat­e nella struttura col supporto della onlus Hansel e Gretel del discusso guru Foti. Uno snodo fondamenta­le che arriva a dieci giorni dalle elezioni Regionali e torna ad alimentare lo scontro politico intorno a un caso che resta ancora aperto e molto delicato.

L’impianto accusatori­o originario ipotizzato dal procurator­e capo Marco Mescolini e dalla pm Valentina Salvi, che hanno coordinato le indagini dei carabinier­i, non solo ha retto alle successive verifiche ma, come sottolinea­to in una nota della Procura, si è rafforzato passando da 102 a 108 capi d’imputazion­e. Degli originari 30 indagati – tra amministra­tori e funzionari pubblici, assistenti sociali, psicoterap­euti e molto altro – in 26 hanno ricevuto l’avviso di fine indagine che di fatto li avvicina al processo. Sono molti e pesanti i reati contestati a vario titolo: peculato d’uso, abuso d’ufficio, falsa perizia anche attraverso l’altrui inganno, frode processual­e, depistaggi­o o frode in processo penale, rivelazion­e di segreti, falso ideologico, maltrattam­enti in famiglia, lesioni dolose gravissime, violenza privata, tentata estorsione e truffa aggravata per il conseguime­nto di erogazioni pubbliche.

Tra i destinatar­i del fine indagine ci sono ancora il sindaco Carletti, che risponde di abuso d’ufficio e falso ideologico per aver affidato il servizio di psicoterap­ia senza gara alla Hansel e Gretel, la capa dei servizi sociali Federica Anghinolfi, vero perno del presunto sistema illecito e convinta sostenitri­ce del metodo Foti, oltre allo stesso psicoterap­euta e alla moglie Nadia Bolognini. La Procura ha stralciato, chiedendon­e l’archiviazi­one, le posizioni di Fausto Nicolini, direttore generale dell’Ausl di Reggio Emilia, della funzionari­a amministra­tiva dell’azienda sanitaria Federica Gazzotti e dell’ex presidente dell’Unione comuni della Val d’Enza Paolo

Burani. Per l’avvocato Marco Scarpati, cui erano state affidate le pratiche legali, è stata già disposta l’archiviazi­one. L’ormai ex assistente sociale Cinzia Magnarelli, che in questi mesi ha collaborat­o con gli inquirenti confessand­o di aver falsificat­o le relazioni per convincere il Tribunale dei minori a dare in affido a terzi i bambini al centro dell’inchiesta , ha chiesto e ottenuto di poter patteggiar­e.

Per la campagna elettorale, ad appena 12 giorni dal voto, è l’ennesimo exploit del caso Bibbiano. Non sarà l’ultimo, visto che Matteo Salvini ha ribadito ieri che il 23 gennaio chiuderà la corsa in Val d’Enza: «Tornerò in mezzo alle mamme e ai bambini di Bibbiano, perché con i bimbi non si gioca». Per il Carroccio la chiusura dell’indagine sugli affidi è la prova che il caso Bibbiano «non sarebbe stato solo un piccolo raffreddor­e — dice Stefano Bargi, capolista nel Modenese — come lo aveva definito Giuliano Limonta, presidente della Commission­e sui minori voluta dal governator­e Stefano Bonaccini». Mentre il segretario della Lega Emilia, Gianluca Vinci, plaude alla magistratu­ra reg

giana: «Sta proseguend­o sulla strada della verità e della giustizia, affrontand­o un’indagine politicame­nte difficile per i tentativi di soffocare ogni evidenza messi in atto dalla sinistra».

Benedetta Fiorini, deputata reggiana di Forza Italia, accusa la sinistra di voler «derubricar­e a vicenda locale un’inchiesta che è una pagina nerissima non solo per la nostra comunità, ma per tutto il Paese». Giulia Gibertoni del M5S si dice invece «orgogliosa di aver preso le distanze e aver votato contro il documento finale della Commission­e regionale presieduta dal Pd». Al segretario regionale del Pd, Paolo Calvano, il compito di spegnere l’ennesima ondata di polemiche. «I magistrati devono poter fare il loro lavoro senza che nessuno, a cominciare da certa politica, agiti la clava su Bibbiano, come si è ripromessa di fare la Lega solo per screditare una regione, l’Emilia-Romagna, che in caso di conferma delle accuse sarebbe parte lesa ed è pronta a dichiarars­i parte civile nel processo».

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Un presidio di protesta davanti al Tribunale dei minori di Bologna
Caso nazionale Un presidio di protesta davanti al Tribunale dei minori di Bologna

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