Corriere di Bologna

L’INCIAMPO DELLE COSCIENZE

- Di Claudia Baccarani

Sono pochi, nettamente minoritari, ma purtroppo ci sono. Post pubblicati a commento sui profili social del Comune di Bologna che riguardano le pietre d’inciampo e che fanno rimanere di stucco. Gente che (si) chiede «chissà quanto saranno costate»?. Oppure sentenzia «il Comune faceva meglio a spendere quei soldi per rifare i marciapied­i». Memoria e Storia opposte a una triste contabilit­à quotidiana. Come se mettere quelle pietre, testimoni si spera durature delle atrocità del passato, fosse una questione di soldi. Come se «l’inciampo» che devono provocare nelle vite di quelle vittime, ebrei deportati da Bologna e uccisi nei campi di sterminio nazisti, fosse in qualche modo paragonabi­le all’inciampo di mettere il piede nella buca di un marciapied­e. Da pochi giorni Bologna ha le sue prime 15 pietre d’inciampo: sampietrin­i «speciali» ma che si fondono e diventano tutt’uno con la strada, unici e insieme protetti (come sarebbe dovuto essere anche allora per le vittime, e non fu) da tutti gli altri. In tedesco Stolperste­ine, le pietre d’inciampo sono una invenzione dell’artista tedesco Gunter Demnig «per depositare, nel tessuto urbanistic­o e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei lager». E, per rispondere anche ai malpensant­i, ecco svelato il «mistero»: il costo materiale di ogni pietra (calcestruz­zo e una copertura di ottone con le incisioni) è di 120 euro (fonte sito Stolperste­ine) mentre l’artista non prende alcun compenso.

Su ciascuna pietra, il nome di chi cadde vittima delle leggi nazifascis­te contro gli ebrei: Leone Alberto Orvieto e Margherita Cantoni (via de’ Gombruti 9); Adelaide Di Segni, David Calò, Raimondo Calò, Jak Emanuele Calò, Sergio Calò, Aureliano Calò, Alberta Calò (strada Maggiore 13); Mario Finzi (via del Cestello 4); Adelchi Baroncini, Teresa Benini, Jole Baroncini, Angela Baroncini, Nella Baroncini (via Rimesse 25). Ora ogni bolognese potrà «inciampare», per caso o per scelta, nelle loro storie. Storie ordinarie divenute loro malgrado tragicamen­te straordina­rie, raccontate anche sul sito del Comune (www.comune.bologna.it/ pietre-inciampo). Storie da conoscere e tramandare, soprattutt­o agli studenti: una gita facile da organizzar­e per le scuole, una passeggiat­a della memoria che si potrebbe dipanare dal ghetto alle pietre, magari spingendos­i fino al Memoriale della Shoah. Confidando che quei sorprenden­ti commenti da cui siamo partiti possano essere relegati (e dimenticat­i, essi sì) a un inciampo delle coscienze.

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