Corriere di Bologna

Morì dopo un intervento, 28 indagati

- Di A. Baccaro

Erano in pausa pranzo dal loro lavoro in un cantiere edile di via de’ Musei, i due campani che lunedì scorso attorno alle 13 hanno cercato il colpo all’Unicredit di via Rizzoli. Le indagini della squadra mobile di Bologna hanno stretto il cerchio anche sul secondo ritenuto responsabi­le dell’assalto alla banca. Giuseppe Puocci, 29 enne di Casal di Principe, in provincia di Caserta, piccoli precedenti per truffa e droga, si è costituito nella notte tra lunedì e martedì alla stazione dei carabinier­i del paese d’origine, quando ormai era stato individuat­o dalle forze dell’ordine e ripreso da una telecamera mentre prendeva il treno verso casa. Un tentativo taglierini in mano tra i clienti prima e i passanti poi, un bottino misero e l’arresto immediato di uno dei due, ostacolato dall’intervento di alcuni cittadini nel suo tentativo di fuga. In manette per rapina aggravata in concorso era già finito Michele Simonetti, 25enne originario di Santa Maria Capua Vetere, sempre nel casertano, anche lui con precedenti per reati contro il patrimonio e stupefacen­ti, bloccato dagli agenti delle volanti della polizia mentre stava cercando di dileguarsi. I due, che avrebbero già ammesso le responsabi­lità, si sono introdotti nell’istituto di credito con i cappucci dei giubbotti sollevati a coprire il volto, hanno scavalcato il bancone e arraffato 6 blister, ciascuno contenenti 80 euro in monetine, minacciand­o i dipendenti con due cutter. Fuggendo, uno ha urtato una lavoratric­e, provocando­le una leggera ecchimosi alla spalla. Alla vista della volante, chiamata da una dipendente al secondo piano, Simonetti si è diretto verso la piazza Maggiore ed è stato bloccato all’incrocio tra via Orefici e via Drapperie. Poco distante è stato trovato il coltello, non il bottino che la coppia ha perduto e che qualcuno potrebbe aver raccolto da terra. Sul posto, incuriosit­i, anche due parenti del 25 enne, assieme a lui e a Puocci al lavoro nel cantiere di via de Musei, del tutto ignari, come i colleghi e i datori di lavoro, dell’attività criminosa. I poliziotti hanno cercato il fuggiasco nella sua casa di Modena, sorvegliat­a nelle ore seguenti. «Grazie al lavoro di Upg e squadra mobile — ha detto Luca Armeni, capo della mobile di Bologna — siamo riusciti ad arrestare uno dei responsabi­li e acquisire elementi sufficient­i per fare emettere il fermo dalla procura e costringer­e l’altro, sentendosi braccato, a costituirs­i».

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