Sgomberato l’Xm24, l’ira della sinistra
Le forze dell’ordine liberano l’ex caserma Sani. Fumogeni e corteo, niente tensioni
Il nuovo sgombero dell’Xm24 dall’ex caserma Sani fila via liscio, senza ruspe né tensioni con gli attivisti che partono in corteo e bloccano il traffico. Ma politicamente fa segnare una frattura tra la sinistra e il Pd a pochi giorni dalle Regionali.
E’ durata due mesi l’occupazione dell’ex caserma Sani da parte di Xm24. Ieri, poco prima dell’alba, le forze dell’ordine hanno iniziato lo sgombero, scortando, un paio d’ore dopo l’inizio dell’operazione, l’uscita degli ultimi attivisti dalla “nuova” sede del centro sociale, incastrata fra i due ingressi di via Ferrarese e del parco di via Parri. Là dove il 15 novembre, scaduto vanamente il tempo fissato per trovare l’accordo con l’amministrazione comunale, e quindi senza una collocazione alternativa alla storica sede di via Fioravanti sgomberata ad agosto, gli attivisti di Xm avevano deciso di occupare. Stavolta, rispetto all’estate nessuna resistenza sui tetti, nessuna ruspa, né tensioni.
Attorno alle 6.15 gli agenti della polizia in assetto anti sommossa hanno trovato una decina di attivisti davanti all’ingresso principale in via Fioravanti, ma il grosso, un centinaio in tutto, avvertito da un sistema di alert telefonico, si sarebbe radunato poco prima delle 7 dalla parte opposta, dietro allo striscione con la scritta “Contro il nulla si avanza”. «O libertà o morte» il testo de “Il galeone”, canzone anarchica che squarcia il buio prima dei fuochi d’artificio e dei fumogeni accesi all’interno dalla decina di attivisti rimasti dentro alla palazzina, tre piani e nove finestre illuminate, dalle quali veniva esposto uno striscione: “Comune CDP sgomberare per speculare”.
«La responsabilità politica di ciò che accade dal 6 agosto a oggi è del Partito Democratico e del sindaco Merola» dice un rappresentante. Ribaltando la prospettiva — «non chiediamo un tavolo su di noi ma su quest’area di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti, nel Poc destinata a speculazione residenziale e commerciale», per la quale reclamano progetti sociali — e ponendo le condizioni per lasciare lo stabile. «Chiediamo l’impegno del Comune a fissare un incontro nelle prossime settimane tra noi, Cdp e Partito Democratico».
Se ne andranno poco dopo le 8, senza garanzie. Gli altri li aspettavano fuori per partire in corteo. Nell’ora di punta del mattino in Bolognina, fino a bloccare via Stalingrado, traffico paralizzato e automobilisti arrabbiati, prima di sciogliere il corteo in Piazza dell’Unità. Nel frattempo arrivava la notizia della visita del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, oggi in Comune per firmare un
Il ministro Guerini in città, al via i progetti per Sani, Gucci, palazzo delle finanze e Staveco
protocollo d’intesa che riguarda l’ex caserma Perotti in via Marx e la Stamoto di via del Parco. «Nulla di casuale», diranno gli attivisti in serata riuniti di fronte alla loro vecchia base di via Fioravanti. «Saremo in presidio in Piazza Maggiore dalle 17, porteremo la nostra rabbia», l’appuntamento in concomitanza con l’incontro, prima di promettere altre azioni. «Torneremo e sarà più difficile mandarci via».
Dal punto di vista dell’amministrazione e degli altri enti l’arrivo del ministro è invece il segnale di una svolta. Era lo scorso maggio quando il sindaco Virginio Merola annunciava l’invio di una diffida ad Agenzia del Demanio, Cassa Depositi e Prestiti e Invimit, minacciando sanzioni amministrative se non avessero provveduto alla conversione delle aree ex militari, garantendo la pubblica incolumità. Ieri è stato presentato il concorso di architettura per il restyling della Perotti che ospiterà l’Agenzia delle entrate, 15 milioni di investimento in un’area da 50 mila metri cubi. I prossimi interventi dovrebbero riguardare la Sani e la Gucci, dove andranno Dogane e Ispettorato del lavoro, il Palazzo delle finanze di piazza Malpighi, oltre al nodo Staveco, dove «verrà realizzata la cittadella della giustizia», assicura Massimiliano Iannelli, direttore regionale dell’agenzia del Demanio.
” Gli attivisti Guarda caso oggi il ministro firma il protocollo, saremo lì e porteremo tutta la nostra rabbia