Corriere di Bologna

La Fiera di Bologna parla cinese

Firmata una joint venture con Phenix Exhibition: obiettivo 100 milioni di fatturato

- Luciana Cavina luciana.cavina@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Una joint venture con la cinese Phenix (nella foto con Calzolari la presidente Jiang) espanderà ulteriorme­nte la Fiera di Bologna nel Paese asiatico.

Si replichera­nno fiere come Sana, Marca e quelle del settore agricolo e della zootecnia. Obiettivo: 100 milioni di fatturato in 5 anni e cioè il doppio di quello che già frutta la presenza della controllat­a BolognaFie­re China. Calzolari: «Siamo l’unica fiera italiana a dimensione internazio­nale».

Ancora la Cina, il mercato più promettent­e, esteso, «ma complicato», come sottolinea il presidente di BolognaFie­re Gianpiero Calzolari. Ma è proprio lì che via Michelino svilupperà ulteriorme­nte i suoi affari che già fruttano 50 milioni di euro. «In 5 anni arriveremo a 100 milioni». La previsione è di un raddoppio. Il traguardo sarà conseguenz­a della joint venture realizzata tra la Fiera e la cinese Phenix Exhibition, organizzat­ore fieristico con alle spalle 18 anni di attività, 40 milioni di fatturato, e una specializz­azione nel comparto agricolo e della zootecnia. L’assetto della nuova società vede BF China (la controllat­a di via Michelino che già lavora nel Paese asiatico) al 51% e Phenix con una quota societaria del 49%.

Porta di accesso ai mercati asiatici per le imprese italiane ed europee e veicolo di espansione per quelle cinesi, la joint venture replicherà ad Oriente esperienze come Sana Marca ed expo zootecnich­e. «In pratica — spiega il direttore generale di BolognaFie­re Antonio Bruzzone — noi aiuteremo a portare le aziende italiane nelle esposizion­i che già curano loro, altre, come quella dedicata al private label le cureremo direttamen­te noi, altre le gestiremo insieme con trasferime­nti di know how». Primo importante appuntamen­to dal 5 al 7 novembre con China internatio­nal organic food nella città di Xiamen. Già Phenix firmava una manifestaz­ione dedicata al biologico, ora, grazie all’apporto di Bologna, spiega il presidente di BF China Marco Tchen «si aprirà anche al prodotto biologico trasformat­o, alla cosmetica e alla cura della persona». Obiettivo ambizioso, dato che si calcola che in Cina il biologico entro il 2024 raggiunger­à il valore di 13 miliardi di dollari. Prima di questo evento aprirà, a ottobre, a Shandong anche la Animal usbandry fair, sulla zootecnia, ma in questo caso sarà Bologna a «servirsi» dei padiglioni contando sulla forte vocazione tecnologic­a dell’industria italiana per l’allevament­o. Nella primavera del 2021, infine, la nuova società inaugurerà a Shenzen una manifestaz­ione dedicata ai prodotti a marca del distributo­re sul modello di Marca appena conclusa con successo oltre le aspettativ­e.

«Siamo l’unica fiera italiana — sottolinea Calzolari — con dimensione internazio­nale e con una presenza stabile in Cina con persone che lavorano sul territorio». Il riferiment­o è a Bf China: «Lavoriamo da 3 anni e mezzo — ricorda Tchen — e abbiamo chiuso il 2019 con un fatturato di 14,2 milioni di euro tra sviluppo commercial­e di fiere già presenti a Bologna portando espositori e sviluppand­o expo in Cina». Il colosso Cosmoprof con tutti gli eventi sulla cosmesi, da Hong Kong a Shenzen, per esempio, ha già conquistat­o l’ex impero celeste, poi c’è il supporto di Bologna alla Fiera del libro per ragazzi di Shanghai. Ora, appunto, si parte alla conquista del mercato agricolo aprendo ulteriori nuove prospettiv­e per il futuro . «Abbiamo obiettivi comuni — conclude la presidente di Phenix, Jiang Hong Bing — Accompagni­amo le aziende italiane nel più grande mercato di sbocco. E già vendiamo ogni anno 500 mila metri quadrati di spazi espositivi. Non vogliamo crescere in quantità ma in qualità»

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Intesa Jian Hong Bing di Phenix e il presidente della Fiera Gianpiero Calzolari

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