Timida ripresa dopo la crisi, i costruttori «Ora la svolta»
I dati dell’Ance: c’è una lieve ripresa ma dal 2008 sono sparite 16 mila aziende
Costruzioni in lieve ripresa nel 2019, ma dal 2008 si sono perse 16 mila aziende e 64 mila addetti. È ancora crisi.
Ance: «Serve una svolta».
L’appello dei costruttori emiliano-romagnoli è all’insegna del green new deal: messa in sicurezza del territorio, rigenerazione urbana e semplificazione burocratica.
È la «svolta» che , a meno di dieci giorni dalle elezioni, auspica il presidente di Ance regionale Stefano Betti. Dando «un timido giudizio positivo» sul governo di Stefano Bonaccini dà la ricetta per rilanciare un settore «che, essendo molto legato al territorio, potrebbe essere decisivo per rilanciare l’intero Paese». Una svolta che l’Ance mette all’attenzione di tutti i candidati e che si concretizzerebbe «nell’apertura immediata di un tavolo per confrontarsi a 360 gradi sulle difficoltà del comparto» e che potrebbe spingepolitiche re verso «un nuovo Rinascimento delle nostre città e delle loro periferie». «Ci vorranno circa vent’anni— aggiunge il direttore del Centro Studi nazionale Ance, Flavio Monosilio — per risollevare questa regione ed uscire dal pantano, e almeno 25 per rilanciare tutta l’Italia che rispetto alle altre nazioni d’Europa in investimenti sulle costruzioni sembra giocare un campionato di serie B».
A confermarlo, del resto, sono i numeri del rapporto 2019 sull’industria delle costruzioni dell’Emilia-Romagna che parlano sì di una lenta ripresa post crisi in atto da tre anni e influenzata dalla ricostruzione post sisma, ma anche di molte ombre da allontanare mediante le giuste a sostegno alle imprese.
Tra gli spunti più interessanti, gli interventi strutturali necessari per l’adeguamento sismico degli edifici residenziali: per mettere in sicurezza le case degli emiliano-romagnoli servirebbero circa 8,5 miliardi. La fotografia scattata da Ance rileva, nell’ultimo anno, un aumento del 2,9% degli investimenti in costruzioni (il dato nazionale è + 2,3%) e del 3,2% dei lavoratori del settore; una buona notizia visto che dal 2008 in regione erano stati persi 64 mila addetti e 16 mila aziende. Sono cresciuti anche i bandi di gara per i lavori pubblici (+6,1%), gli investimenti degli enti locali (+25% sul 2018) e i permessi a costruire così come anche per le compravendite il segno è tornato positivo, seppur il 90% di esse riguardi l’usato. Sul fronte mutui restano negativi il credito alle imprese e alle famiglie per l’acquisto di abitazioni (-2%), i finanziamenti da parte degli istituti di credito per investimenti in edilizia residenziale (-3,2%) e non residenziale (-46%).